Nata a Tunisi il 15 aprile
del 1938, attrice.
La famiglia Cardinale si trasferisce in Italia nel 1958: Claudia,
che in Tunisia aveva girato nel '57 un primo, modesto, film
non pensa più al cinema. Vuole diventare un'insegnante.
L'ultimo tentativo: frequentare il Centro
Sperimentale di Cinematografia.
Non si trova bene, ritenendo orribile la sua dizione, guastata
dall'accento francese.
Così pianta
tutto. Però una sua fotografia, pubblicata in un settimanale,
le procura un insperato contratto con la Vides di Franco
Cristaldi (che nel 1967 diventa suo marito).
Tra i personaggi da lei interpretati si ricorda quello della
ragazza siciliana chiusa in casa da un fratello geloso in I
soliti ignoti (1958) di
Mario Monicelli, quello della
servetta in Un maledetto imbroglio (1959) di Pietro
Germi, quello della fidanzatina del maggiore dei
cinque ragazzi in Rocco e i suoi fratelli (1960) e quello della
ragazza evocata in
Otto e mezzo (1963) di Federico Fellini.
Cade proprio in
questo momento un avvenimento destinato ad avere molto peso
nella vita e nella carriera di Claudia Cardinale: la nascita
di un figlio illegittimo, più tardi adottato da Cristaldi.
Si rivela il carattere e la forza d'animo dell'attrice: affronta
con dignità i pettegolezzi, rifiuta di rivelare il nome
del padre, e da sola alleva il bambino.
Intanto la sua bellezza mediterranea, in cui spiccano soprattutto
gli occhi (di volta in volta umili, maliziosi, corrucciati),
la sua recitazione popolaresca e tuttavia sottilmente interiore,
vengono ormai apprezzati da tutti i registi.
Seguono prove maiuscole: è
una ballerina senza arte né parte nello struggente
La ragazza con la valigia di Valerio
Zurlini, una campagnola innamorata di un ex partigiano in La
ragazza di Bube di Luigi Comencini (film grazie al quale conquista
il Nastro d'argento quale miglior film). Inoltre
Il Bell'Antonio (1960) di Mauro Bolognini, La viaccia
(1961), sempre di Bolognini, Il Gattopardo
(1963) di Luchino
Visconti...
La critica, che l'aveva sottovalutata perché veniva doppiata
a causa della sua raucedine, rimane perplessa quando l'attrice
s'intestardisce a voler recitare con la propria voce. Claudia
Cardinale - forte anche delle interpretazioni hollywoodiane
(La pantera rosa, 1963, Il circo e la sua grande avventura,
1964, I professionisti, 1966) e delle impegnative parti borghesi
di Vaghe stelle dell'Orsa (1965) di Luchino Visconti e degli
Indifferenti (1964) di Francesco Maselli - supera brillantemente
anche questa prova.
Nel Giorno della civetta (1968)
di Damiano Damiani, Claudia Cardinale torna a calarsi, anche
psicologicamente, nei panni di una popolana siciliana. È
l'apice della carriera dell'attrice, visto anche il suo successo
in C'era una volta il west (1968)
di
Sergio Leone.
Poi negli anni Settanta le prime
ombre: Libera, amore mio (1975) di Bolognini,
Il comune senso del pudore (1976) di Alberto
Sordi, ma soprattutto la svolta nella sua vita: si separa
da Franco Cristaldi, si unisce sentimentalmente
al regista Pasquale Squitieri.
Nelle sue interpretazioni conserva comunque tutta la sua genuinità:
in Il prefetto di ferro (1977), L'arma (1978), Corleone (1978).
Negli anni Ottanta
una nuova esplosione: con i film La pelle (1981) di Liliana
Cavani e Claretta (1984) di Pasquale Squitieri vince altri due
Nastri d'argento.
Poi un ruolo nell'Enrico IV (1984) di Marco Bellocchio, nello
sceneggiato tv
La storia (1986) di Luigi Comencini, in Atto di dolore (1991),
sempre di Squitieri, ed al fianco di Roberto Benigni nel Figlio
della pantera rosa di Blake Edwards.
Nel 1999 interpreta se stessa in Luchino Visconti ed il film
Briganti.
Inoltre pubblica la sua autobiografia:
Io Claudia, Tu Claudia.
http://www.archivio.raiuno.rai.it
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