Luchino
Visconti nasce a Milano nel 1906 da un'antica famiglia aristocratica.
Da bambino frequenta il palco di famiglia della Scala, dove
si forma la sua grande passione per il melodramma e per la teatralità
in generale (anche forte dei suoi studi di violoncello), uno
stimolo che lo porterà a viaggiare parecchio non appena
sarà in condizione di farlo. La famiglia ha sul giovane
Luchino un influsso fondamentale, come il padre organizza recite
teatrali con amici, s'improvvisa arredatore di spettacoli. La
sua adolescenza è irrequieta, scappa più volte
da casa e dal collegio.
È un cattivo studente ma un accanito lettore. La madre
cura personalmente la sua formazione musicale (non dimentichiamo
che Visconti è stato anche un fondamentale regista teatrale),
e Luchino nutrirà per lei un legame particolarmente profondo.
Dopo aver accarezzato l'idea di dedicarsi allo scrivere, progetta
e costruisce a San Siro, nei pressi di Milano, una scuderia
modello e si dedica con successo all'allevamento di cavalli
da corsa.
Appena
adulto, comunque, si stabilirà per lungo tempo a Parigi.
Durante i suoi soggiorni nella città francese ha la fortuna
di conoscere eminenti personalità della cultura come
Gide, Bernstein e Cocteau. Nel frattempo, comprata una cinepresa,
gira un film amatoriale a Milano. La sua vita sentimentale è
segnata da conflitti drammatici: da un lato s'innamora della
cognata, dall'altro intreccia relazioni omosessuali. Quando
la passione per il cinema si fa urgenza espressiva, l'amica
Coco Chanel gli presenta Jean Renoir e Visconti diventa suo
assistente e costumista per
"Una partie de campagne".
A contatto inoltre con gli ambienti francesi vicini al Fronte
Popolare e al Partito comunista il giovane aristocratico compie
delle scelte ideologiche vicine a quei movimenti, che una volta
tornato in Italia si esprimeranno subito nel suo avvicinamento
ai circoli antifascisti, dove conoscerà intellettuali
antifascisti del calibro di Alicata, Barbaro e Ingrao. Nel 1943
dirige il suo primo film, "Ossessione", una torbida
storia di due amanti assassini, assai lontana dai toni edulcorati
e retorici del Cinema del periodo fascista. A proposito di "Ossessione"
si comincia a parlare di neorealismo e Visconti sarà
considerato (non senza riserve e discussioni) come un anticipatore
di questo movimento.
Ad
esempio, suo è il celebre "La terra trema"
del 1948 (presentato senza successo a Venezia), forse il più
radicale tentativo del Cinema italiano di fondare una poetica
del neorealismo.
Finita
la guerra, inizia, parallelamente al cinema, un'intensa attività
teatrale, rinnovando completamente la scelta dei repertori e
i criteri di regìa, con una predilezione per testi e
autori estranei ai teatri italiani fino a quel momento.
Nella parentesi della realizzazione de "La terra trema",
Visconti realizza ancora moltissimo teatro, fra cui, solo per
citare pochi ma significativi titoli allestiti fra il 1949 e
il 1951, due edizioni di
"Un tram che si chiama desiderio", "Oreste",
"Morte di un commesso viaggiatore"
e "Il seduttore". Fa epoca l'allestimento di "Troilo
e Cressida", nell'edizione del Maggio Musicale Fiorentino
del 1949. E' invece di due anni dopo "Bellissima",
primo film girato con Anna Magnani (il secondo sarà "Siamo
donne, due anni più tardi").
Successo
e scandalo accoglierà il film "Senso", omaggio
a Verdi, ma anche revisione critica del Risorgimento italiano,
per il quale verrà attaccato anche dagli abituali estimatori.
Dopo l'allestimento di "Come le foglie" di Giacosa,
il 7 dicembre 1954, ha luogo la prima de "La Vestale",
grande e indimenticata edizione scaligera con Maria Callas.
Inizia così la irreversibile rivoluzione portata da Visconti
nella regìa del melodramma. Il sodalizio con la cantante
regalerà al teatro lirico mondiale le geniali edizioni
de "La Sonnambula" e de "La Traviata" (1955),
di "Anna Bolena" o "Ifigenia in Tauride"
(1957), sempre in collaborazione con i più grandi direttori
dell'epoca, fra cui non si può non menzionare il superbo
Carlo Maria Giulini.
La fine degli anni '50 e i primi anni '60 vengono brillantemente
spesi da Visconti fra il teatro di prosa e quello lirico e il
cinema: basti citare l'allestimento di "Salomè"
di Strauss e dell'"Arialda" e i due grandi film, "Rocco
e i suoi fratelli" e "Il Gattopardo". Nel 1956
mette in scena "Mario e il Mago", azione coreografica
dal racconto di Mann e, l'anno dopo, il balletto "Maratona
di danza". Nel 1965, "Vaghe stelle dell'Orsa..."
vince il Leone d'oro al Festival di Venezia e grande è
l'ovazione che accoglie al teatro Valle di Roma l'allestimento
de "Il giardino dei ciliegi" di Checov. Per il melodramma,
dopo i successi del 1964 con la realizzazione de "Il Trovatore"
e de "Le nozze di Figaro", allestisce nello stesso
anno "Don Carlo", al Teatro dell'Opera di Roma.
Dopo
la contrastata trasposizione cinematografica de "Lo straniero"
di Camus e vari successi in teatro, Visconti porta a compimento
il progetto di una trilogia germanica con "La caduta degli
dei" (1969), "Morte a Venezia" (1971) e "Ludwig"
(1973).
Durante la lavorazione di "Ludwig", il regista viene
colto da ictus. Rimane paralizzato alla gamba e al braccio sinistro,
anche se ciò non è sufficiente per ostacolare
la sua attività artistica che persegue imperterrito con
grande forza di volontà. Realizzerà ancora un'edizione
di "Manon Lescaut" per il Festival dei Due Mondi a
Spoleto e "Old Time" di Pinter, ambedue nel 1973,
e, per il cinema,
"Gruppo di famiglia in un interno" (sceneggiatura
ideata da Suso Cecchi D'Amico ed Enrico Medioli), e infine "L'innocente",
che saranno i suoi due ultimi film.
Muore il 17 marzo del 1976, senza aver potuto lasciarci il progetto,
accarezzato da sempre, di un film su "La ricerca del tempo
perduto" di Marcel Proust.
Regie
1943
Ossessione
1948
La terra trema
1951
Un fatto di cronaca
1954
Senso
1960
Rocco e i suoi fratelli
1963
Il Gattopardo
1966
La strega bruciata viva
1969
La caduta degli dei
1971
Morte a Venezia
1974
Gruppo di famiglia in un interno
1945
Giorni di gloria
1951
Bellissima
1953
Anna Magnani (SIAMO DONNE)
1957
Le notti bianche
1962
Il lavoro
1965
Vaghe stelle dell'Orsa
1967
Lo straniero
1970
Alla ricerca di Tadzio
1973
Ludwig
1976
L'innocente
biografieonline.it
|