|
|||
La moda è generosa pensi cade più docile delle mura più facile dei bastioni ai tuoi piedi sciolta la chiusura. Dici i Greci e pensi sono pieghe, son colori i Fenici e i Macedoni fibbie, intimi i Latini. La moda è generosa pensi meglio di un pugile si risolleva, più agile perde i sensi crolla in pezzi senza alcun patema. Dici i sogni e pensi ai bottoni son asole i risvegli, e gli scolli effusioni e spacchi gli sdegni. E chi teme la moda è immerso in essa comunque e d'essa intriso come un cardo dal gambo reciso. E dici è molto comoda se esclude sempre di presentarsi in figure, in tagli forme e positure immediatamente tutte nude. Così che quando passa questo eccesso ci pare non avere perso nulla ci pare non avere perso il tempo che la nudezza sbriciola e maciulla. Dici la via di mezzo ecco la via, quella percorsa dai ragazzi alteri che vanno a divertirsi nei misteri, spiegabili perchè non intralciati dai cupi sedimenti dei passati. Mi dici il mezzo giro, quello che va di moda dei tuoi fianchi, gli occhi totali, come elianti, la spossatezza semplice formale ed un rilassamento collegiale. Come se intorno a noi, in curvi corridoi i disciplinatori, le studentesse e gli studenti rapinatori del momento d'oro, consumassero un lusso di moine un rimandare sempre all'anno dopo frenetici in un ballo senza scopo. Noi nella stanza accanto, e la moda cambiava nel respiro, il nostro che cambiava ogni tanto.
|
|||
|