Paola Borboni è stata una delle attrici più longeve, versatili e anticonformiste della scena italiana del Novecento. La sua carriera, durata oltre ottant’anni, ha attraversato il teatro classico, il cinema, la televisione e la poesia, lasciando un’impronta inconfondibile per coraggio, intelligenza e ironia. In questa Paola Borboni biografia, ripercorriamo la vita di una donna che ha sfidato le convenzioni artistiche e sociali, diventando un simbolo di indipendenza e modernità.
Paola Borboni nacque a Como il 1º gennaio 1900, anche se alcuni documenti indicano il 1898. Cresciuta in una famiglia benestante, manifestò fin da giovanissima una forte inclinazione artistica e una personalità fuori dagli schemi. Studiò recitazione all’Accademia dei Filodrammatici di Milano e debuttò a teatro nel 1916, a soli 16 anni, in ruoli minori.
Negli anni successivi iniziò a distinguersi per la sua voce profonda, la presenza scenica magnetica e una straordinaria capacità di passare dalla tragedia alla commedia con naturalezza. La biografia di Paola Borboni è strettamente legata alla storia del teatro italiano, del quale fu protagonista per tutto il XX secolo.
Nel corso dei decenni, Paola Borboni affrontò un repertorio vastissimo, spaziando da Euripide a Pirandello, da Goldoni a Shakespeare, passando per autori contemporanei italiani ed europei. Lavorò con i più grandi registi e attori del suo tempo, ma seppe anche mettersi in gioco in compagnie minori o sperimentali, sempre alla ricerca di nuove sfide.
Nel 1925 fu protagonista di un episodio destinato a far discutere: recitò in scena con le spalle nude, episodio considerato scandaloso per l’epoca, ma che sancì la sua immagine di donna libera, capace di usare il proprio corpo e la propria voce come strumenti espressivi e politici.
Attrice instancabile, recitò fino a tarda età, anche con gravi problemi di salute, dimostrando una dedizione assoluta al mestiere dell’attrice, che considerava una missione culturale e civile.
Anche se il teatro fu sempre il suo primo amore, la biografia di Paola Borboni comprende anche una solida attività cinematografica. Debuttò sul grande schermo negli anni ’30 e partecipò a oltre 80 film, spesso in ruoli secondari ma incisivi. Collaborò con registi come:
Alessandro Blasetti
Luigi Zampa
Mario Monicelli
Dino Risi
Tinto Brass
Tra i film più noti:
Anni facili (1953),
Totò a colori (1952),
Il generale della Rovere (1959),
Il comune senso del pudore (1976),
Miranda (1985).
Negli anni ’60 e ’70 partecipò anche a numerosi sceneggiati e varietà televisivi, portando la sua arte al grande pubblico e contribuendo alla diffusione della cultura teatrale.
Quello che rende unica la Paola Borboni biografia è il suo profondo anticonformismo. Mai legata a un’ideologia, fu però sempre schierata a favore della libertà individuale, dei diritti delle donne e della cultura laica.
Nel 1972, a oltre 70 anni, sposò Bruno Vilar, attore più giovane di 36 anni, suscitando scandalo e ammirazione. Il matrimonio fu breve, interrotto tragicamente dalla morte prematura del marito, ma simboleggiò la sua visione dell’amore come scelta libera e personale.
Fu anche poetessa, scrittrice e polemista, spesso ospite di salotti televisivi dove interveniva con franchezza e spirito critico.
Negli ultimi anni, Paola Borboni si ritirò progressivamente dalle scene, senza mai smettere di scrivere, leggere e commentare la vita pubblica italiana. Continuò a ricevere riconoscimenti e omaggi dal mondo culturale, tra cui il Premio Ubu alla carriera e la medaglia d’oro ai benemeriti della cultura.
Morì a Roma il 9 aprile 1995, all’età di 95 anni. La sua scomparsa fu accolta con grande commozione da parte del mondo dello spettacolo e del pubblico, che la ricordava come una delle ultime grandi signore del teatro italiano.
Questa Paola Borboni biografia racconta la vita di un’attrice che ha saputo essere artista e persona fino in fondo, senza compromessi. Il suo stile inconfondibile, la sua ironia e il suo amore per la cultura l’hanno resa un punto di riferimento per generazioni di attori e spettatori.
Paola Borboni non fu solo un’interprete, ma una coscienza critica del teatro italiano, una donna capace di anticipare i tempi, di provocare e di emozionare. Ancora oggi, il suo esempio resta vivo per chi crede che il teatro sia un’arte dell’anima, della parola e della libertà.
La compagnia dei matti (1928) – regia di Mario Almirante
La tavola dei poveri (1932) – regia di Alessandro Blasetti
La Wally (1932) – regia di Guido Brignone
Il cappello a tre punte (1934) – regia di Mario Camerini
L’albergo degli assenti (1938) – regia di Raffaello Matarazzo
Anni facili (1953) – regia di Luigi Zampa
Totò a colori (1952) – regia di Steno
Il generale della Rovere (1959) – regia di Roberto Rossellini
Il comune senso del pudore (1976) – regia di Dino Risi
Gran bollito (1977) – regia di Mauro Bolognini
Miranda (1985) – regia di Tinto Brass
Roba da ricchi (1987) – regia di Sergio Corbucci
Fedra (1920) – regia di Luigi Rasi
La nemica di Dario Niccodemi (anni ’30) – regia di Dario Niccodemi
Vestire gli ignudi di Luigi Pirandello (anni ’30) – regia di Guido Salvini
La locandiera di Carlo Goldoni (anni ’40) – regia di Giorgio Strehler
Come tu mi vuoi di Luigi Pirandello (anni ’40) – regia di Guido Salvini
Antigone di Sofocle (anni ’50) – regia di Orazio Costa
Medea di Euripide (anni ’50) – regia di Gianfranco De Bosio
Così è (se vi pare) di Pirandello (anni ’60) – regia di Giorgio De Lullo
La palla al piede di Georges Feydeau (anni ’60) – regia di Mario Missiroli
L’Arialda di Giovanni Testori (1960) – regia di Luchino Visconti
La vita che ti diedi di Luigi Pirandello (anni ’70) – regia di Luigi Squarzina