Nino Manfredi

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Nino Manfredi, all’anagrafe Saturnino Manfredi, è stato uno degli attori, registi e sceneggiatori più amati del cinema italiano. Nato a Castro dei Volsci, in provincia di Frosinone, il 22 marzo 1921, e morto a Roma il 4 giugno 2004, Manfredi ha saputo coniugare talento comico, sensibilità drammatica e profonda umanità in una carriera lunga oltre cinquant’anni. Questa biografia di Nino Manfredi ripercorre le tappe fondamentali della sua vita, dalla formazione all’affermazione nel panorama nazionale e internazionale.

Gli inizi: studio, malattia e vocazione teatrale

Nino Manfredi si trasferì da giovane a Roma, dove si laureò in Giurisprudenza per volontà del padre, ma la sua vera vocazione era la recitazione. Dopo un lungo periodo di malattia dovuto alla tubercolosi – che lo segnò profondamente – decise di iscriversi all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”, diplomandosi nel 1947.

Gli esordi teatrali lo videro impegnato in ruoli drammatici, ma fu nel repertorio comico che Manfredi trovò la sua vera dimensione. Entrò nella compagnia di Eduardo De Filippo e successivamente si fece notare anche in rivista, radio e televisione, dove divenne molto popolare grazie alla partecipazione al varietà “Canzonissima” negli anni ’50.

L’ascesa nel cinema

La biografia di Nino Manfredi non può prescindere dalla sua straordinaria carriera cinematografica. Il suo debutto importante sul grande schermo avvenne nei primi anni ’50, ma il vero successo arrivò negli anni ’60 con la stagione d’oro della commedia all’italiana.

Tra i film più significativi di questo periodo ricordiamo:

  • “Pane e cioccolata” (1974), dove interpreta un emigrato italiano in Svizzera in bilico tra identità e sopravvivenza.

  • “C’eravamo tanto amati” (1974), capolavoro di Ettore Scola, che ripercorre trent’anni di storia italiana attraverso tre amici.

  • “Brutti, sporchi e cattivi” (1976) di Ettore Scola, in cui si trasforma in un vecchio cinico e avaro.

  • “Per grazia ricevuta” (1971), che segna anche il suo debutto alla regia e che vince il premio per la miglior opera prima al Festival di Cannes.

In ogni ruolo, Manfredi riusciva a fondere ironia, tenerezza e una vena malinconica, incarnando l’italiano medio con tutte le sue debolezze, sogni e contraddizioni. La sua recitazione era misurata, mai sopra le righe, e capace di grande introspezione emotiva.

Teatro, televisione e regia

Oltre al cinema, Nino Manfredi ebbe una carriera significativa in televisione. Indimenticabile è il suo Geppetto nello sceneggiato “Le avventure di Pinocchio” (1972) diretto da Luigi Comencini, che ancora oggi viene ricordato come uno dei momenti più alti della TV italiana.

Nel teatro continuò a esprimersi con grande efficacia, interpretando classici e opere contemporanee. Anche come regista ha lasciato il segno, dirigendo film che alternano ironia e riflessione come “Nudo di donna” (1981).

Premi e riconoscimenti

Nel corso della sua carriera, Nino Manfredi ha ricevuto numerosi premi: sei David di Donatello, sei Nastri d’Argento e un Premio alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1995. È stato anche insignito del titolo di Grande Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana, a conferma del suo valore artistico e umano.

Gli ultimi anni e l’eredità

Negli anni ’90 e 2000, pur diradando le sue apparizioni, Manfredi continuò a lavorare nel cinema e nella TV, lasciando un’ultima toccante interpretazione nel film per la televisione “La notte di Pasquino” (2003) diretto dal suo amico Luigi Magni.

Morì il 4 giugno 2004, dopo una lunga malattia, lasciando un vuoto immenso nel panorama artistico italiano. I funerali si tennero nella Basilica di Santa Maria in Montesanto, la “Chiesa degli Artisti” a Roma, gremita di colleghi e ammiratori.

Nino Manfredi biografia: un artista senza tempo

Questa biografia di Nino Manfredi racconta non solo la carriera di un attore straordinario, ma anche la storia di un uomo che ha saputo rappresentare il volto più autentico, dolente e umano dell’Italia del dopoguerra. Con la sua ironia mai volgare, il suo impegno civile e la sua profonda empatia, Manfredi ha creato personaggi che sono diventati parte della memoria collettiva.

Ancora oggi, Nino Manfredi è considerato uno dei “quattro grandi” della commedia all’italiana, accanto ad Alberto Sordi, Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi. La sua eredità artistica vive nei suoi film, nelle generazioni di attori che lo considerano un modello e nel cuore del pubblico italiano.

Filmografia

Monastero di Santa Chiara (1949)
Totò e Carolina (1955), regia di Mario Monicelli
Lo scapolo (1955), regia di Antonio Pietrangeli
L’audace colpo dei soliti ignoti (1959), regia di Nanni Loy
Audace colpo dei soliti ignoti (1959), regia di Nanni Loy
Il giudizio universale (1961), regia di Vittorio De Sica
Gli anni ruggenti (1962), regia di Luigi Zampa
Il padre di famiglia (1967), regia di Nanni Loy
Nell’anno del Signore (1969), regia di Luigi Magni
Venga a prendere il caffè da noi (1970), regia di Alberto Lattuada
Per grazia ricevuta (1971), regia di Nino Manfredi
Pane e cioccolata (1974), regia di Franco Brusati
C’eravamo tanto amati (1974), regia di Ettore Scola
Brutti, sporchi e cattivi (1976), regia di Ettore Scola
In nome del Papa Re (1977), regia di Luigi Magni
Café Express (1980), regia di Nanni Loy
Nudo di donna (1981), regia di Nino Manfredi
Colpo di fulmine (1985), regia di Marco Risi
Secondo Ponzio Pilato (1987), regia di Luigi Magni
’O Re (1989), regia di Luigi Magni
In nome del popolo sovrano (1990), regia di Luigi Magni
Mi faccia causa (2001), regia di Alessandro Paci
La luce dei miei occhi (2001), regia di Giuseppe Piccioni
La notte di Pasquino (2003), regia di Luigi Magni

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