Marta Abba è stata una delle attrici teatrali italiane più importanti del primo Novecento, protagonista indiscussa della scena pirandelliana e figura centrale nella storia del teatro moderno. Celebre per la sua bellezza, il suo carisma e soprattutto per l’intensità interpretativa, Marta Abba fu anche una figura enigmatica e affascinante, strettamente legata al drammaturgo Luigi Pirandello. In questa Marta Abba biografia ripercorriamo la sua vita artistica e personale, il rapporto con Pirandello e la sua influenza sulla cultura teatrale italiana.
Marta Abba nacque a Milano il 25 giugno 1900 in una famiglia benestante. Fin da giovane dimostrò un interesse profondo per il teatro e la recitazione. Dopo gli studi classici, si iscrisse all’Accademia dei Filodrammatici di Milano e successivamente frequentò corsi di perfezionamento in recitazione a Parigi.
La biografia di Marta Abba è fortemente legata alla sua ricerca artistica e alla volontà di superare i modelli recitativi ottocenteschi. Già negli anni Venti, si distingueva per una recitazione moderna, sobria, lontana dalla declamazione enfatica allora in voga. Questo stile innovativo attirò l’attenzione di Luigi Pirandello, che la volle come protagonista della sua compagnia teatrale.
Il 1925 fu un anno cruciale per Marta Abba: l’incontro con Luigi Pirandello, già celebre come scrittore e drammaturgo, segnò l’inizio di una collaborazione artistica e personale destinata a lasciare un segno profondo nella cultura italiana.
Pirandello la scelse come interprete ideale delle sue opere teatrali, vedendo in lei la capacità di incarnare la complessità psicologica e la tensione emotiva dei suoi personaggi femminili. Tra i ruoli più significativi affidati a Marta Abba ci furono:
L’innominata in Come tu mi vuoi
Donata Genzi in Quando si è qualcuno
Lucia in Vestire gli ignudi
Delia Morello in Diana e la Tuda
Pirandello le dedicò testi inediti e riscrisse ruoli pensando esclusivamente a lei. La loro relazione fu anche epistolare: i due si scambiarono centinaia di lettere, oggi considerate un patrimonio letterario in sé. Sebbene il loro legame non fu mai ufficialmente romantico, l’intensità del rapporto ha alimentato numerose speculazioni.
Tra gli anni ’20 e ’30, Marta Abba divenne una star del teatro non solo in Italia, ma anche all’estero. Portò le opere di Pirandello in tournée internazionali, dalla Francia alla Germania, fino agli Stati Uniti. La sua recitazione, caratterizzata da sobrietà, profondità psicologica e grazia, fu apprezzata anche da intellettuali come André Gide e George Bernard Shaw.
Nel 1936, alla morte di Pirandello, Marta Abba si trovava negli Stati Uniti. Il lutto segnò profondamente la sua vita e la sua carriera. Pur continuando a lavorare in teatro, non riuscì mai a ricreare l’intensa alchimia artistica che aveva vissuto accanto a lui.
Negli anni successivi, Marta Abba si stabilì stabilmente negli Stati Uniti, dove continuò a recitare ma con minore intensità. Sposò Samuel A. Dreyfus, uomo d’affari americano, e si allontanò progressivamente dal mondo del teatro, dedicandosi a studi personali, letture e viaggi.
La biografia di Marta Abba racconta una donna che, dopo aver raggiunto l’apice artistico, scelse una vita più riservata, lontana dai riflettori. Non ebbe figli, né rientrò stabilmente in Italia, se non per brevi soggiorni. Tuttavia, la sua figura non fu mai dimenticata dal pubblico e dagli studiosi del teatro.
Morì il 24 giugno 1988 a Brattleboro, Vermont, un giorno prima del suo 88º compleanno. La sua scomparsa fu ricordata con commozione dagli ambienti teatrali italiani, che la salutarono come l’ultima grande musa di Pirandello.
La biografia di Marta Abba ci restituisce il ritratto di un’artista colta, indipendente, innovativa. La sua recitazione segnò il passaggio dal teatro ottocentesco a un nuovo modo di intendere la scena: più essenziale, psicologico, moderno. Fu la musa e l’interprete perfetta di Luigi Pirandello, ma anche una donna libera, capace di decidere il proprio destino.
Ancora oggi, Marta Abba viene studiata e ricordata non solo per il suo talento recitativo, ma anche per il ruolo che ebbe nella trasformazione del teatro italiano nel XX secolo. Le lettere tra lei e Pirandello costituiscono un documento umano e artistico di straordinario valore, testimoniando un’unione intellettuale rara e irripetibile.
Come tu mi vuoi (1930, Luigi Pirandello)
Vestire gli ignudi (1922, Luigi Pirandello)
Diana e la Tuda (1927, Luigi Pirandello)
Lazzaro (1929, Luigi Pirandello)
Trovarsi (1932, Luigi Pirandello)
Quando si è qualcuno (1933, Luigi Pirandello)
La nuova colonia (1928, Luigi Pirandello)
Ciascuno a suo modo (1924, Luigi Pirandello)
Sogno (ma forse no) (1931, Luigi Pirandello)
La vita che ti diedi (1923, Luigi Pirandello)
Così è (se vi pare) (1917, Luigi Pirandello)
Il piacere dell’onestà (1917, Luigi Pirandello)