Mario Monicelli è stato uno dei più grandi registi, sceneggiatori e intellettuali del cinema italiano. Nato a Viareggio il 16 maggio 1915 e morto a Roma il 29 novembre 2010, Monicelli è considerato il fondatore della commedia all’italiana, un genere che ha saputo coniugare ironia, satira sociale e dramma, raccontando vizi e virtù dell’Italia del dopoguerra. In questa biografia di Mario Monicelli ripercorriamo la sua lunga carriera, fatta di capolavori, collaborazioni illustri e un costante impegno civile e culturale.
Mario Monicelli nacque in una famiglia colta: il padre, Tomaso Monicelli, era un giornalista e scrittore. Dopo essersi laureato in Filosofia a Pisa, Monicelli si avvicinò al cinema da autodidatta. Negli anni ’30 realizzò i suoi primi cortometraggi amatoriali, tra cui “I ragazzi della via Paal” (1935), che attirò l’attenzione della critica e vinse un premio al Festival del cinema di Venezia.
Negli anni ’40 cominciò a lavorare come sceneggiatore, collaborando con registi come Mario Mattoli e Alberto Lattuada. Il vero debutto alla regia avvenne nel 1949 con “Totò cerca casa”, co-diretto con Steno (Stefano Vanzina). Insieme firmarono una serie di fortunatissime commedie con Totò, tra cui “Guardie e ladri” (1951), che ottenne il plauso della critica e consacrò il talento di Monicelli.
Un momento centrale nella biografia di Mario Monicelli è l’uscita de “I soliti ignoti” (1958), con un cast stellare che comprendeva Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Totò e Claudia Cardinale. Il film, parodia dei polizieschi e dei film noir americani, segnò la nascita ufficiale della commedia all’italiana, mescolando umorismo e malinconia, critica sociale e leggerezza. Fu un enorme successo di pubblico e ottenne una nomination all’Oscar come miglior film straniero.
Da quel momento, Monicelli divenne uno dei registi più influenti del cinema italiano, capace di raccontare l’Italia con uno sguardo ironico ma profondamente umano.
Tra i capolavori firmati da Monicelli troviamo:
“La grande guerra” (1959), con Alberto Sordi e Vittorio Gassman, vincitore del Leone d’Oro a Venezia
“I compagni” (1963), sul movimento operaio, con Marcello Mastroianni
“L’armata Brancaleone” (1966), commedia medievale grottesca, considerata un cult
“Romanzo popolare” (1974), con Ugo Tognazzi e Ornella Muti
“Amici miei” (1975), tragicommedia sull’amicizia maschile, diventata un film di culto
“Il marchese del Grillo” (1981), con Alberto Sordi, ironica riflessione sul potere e la Roma papalina
“Speriamo che sia femmina” (1986), affresco corale al femminile con Liv Ullmann, Stefania Sandrelli e Catherine Deneuve
I film di Monicelli sono spesso ambientati in momenti storici cruciali, ma la vera protagonista è quasi sempre l’Italia del suo tempo: un paese pieno di contraddizioni, vizi, cinismo ma anche di slanci vitali e solidarietà. I suoi personaggi, pur nei toni comici, sono profondamente umani e spesso segnati dal fallimento o dall’inadeguatezza.
La biografia di Mario Monicelli è anche quella di un uomo libero e coerente. Sempre critico verso il potere, difese l’autonomia dell’artista e il ruolo sociale del cinema. Collaborò con grandi sceneggiatori come Age & Scarpelli, Benvenuti & De Bernardi, Suso Cecchi D’Amico, offrendo una lezione di cinema popolare ma colto, impegnato ma accessibile.
Fu anche un intellettuale attivo nel dibattito culturale, contrario a ogni forma di censura e disilluso verso la politica contemporanea. Nei suoi ultimi anni non smise di parlare in pubblico, con lucidità e sarcasmo, sulla condizione del cinema italiano e sulla crisi della cultura.
Negli anni 2000 continuò a ricevere premi e riconoscimenti, tra cui il Leone d’Oro alla carriera nel 1991 e numerosi David di Donatello. Nel 2006 diresse il suo ultimo film, “Le rose del deserto”, ambientato durante la campagna d’Africa nella Seconda guerra mondiale.
Mario Monicelli morì il 29 novembre 2010 a 95 anni, scegliendo consapevolmente di togliersi la vita in ospedale, in seguito a una grave malattia. La sua morte suscitò commozione e dibattito in tutto il Paese, come ultimo atto di un uomo che aveva sempre scelto la libertà, anche di fronte alla fine.
La biografia di Mario Monicelli è il racconto di una carriera lunga, coerente e innovativa. Con i suoi film ha saputo far ridere e riflettere, raccontando il volto autentico dell’Italia. Considerato uno dei padri fondatori della commedia all’italiana, Monicelli ha lasciato un’eredità cinematografica che continua a ispirare registi e spettatori di ogni generazione.
Totò cerca casa (1949), co-regia con Steno
Guardie e ladri (1951), co-regia con Steno
Totò e i re di Roma (1952), co-regia con Steno
Un eroe dei nostri tempi (1955)
Padri e figli (1957)
I soliti ignoti (1958)
La grande guerra (1959)
Risate di gioia (1960)
I compagni (1963)
Casanova ’70 (1965)
L’armata Brancaleone (1966)
La ragazza con la pistola (1968)
Brancaleone alle crociate (1970)
Romanzo popolare (1974)
Amici miei (1975)
Caro Michele (1976)
Un borghese piccolo piccolo (1977)
Viaggio con Anita (1979)
Speriamo che sia femmina (1986)
Il marchese del Grillo (1981)
Amici miei – Atto II (1982)
Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno (1984)
Le due vite di Mattia Pascal (1985)
Parenti serpenti (1992)
Cari fottutissimi amici (1994)
Facciamo paradiso (1995)
Rossini! Rossini! (1991)
Le rose del deserto (2006)