Mariangela Melato è stata una delle attrici italiane più versatili, carismatiche e amate del Novecento. Capace di passare con naturalezza dal teatro classico alla commedia popolare, dal cinema d’autore alla televisione, la sua carriera è stata segnata da un talento fuori dal comune e da una forte identità artistica. Nata a Milano il 19 settembre 1941 e scomparsa a Roma l’11 gennaio 2013, ha lasciato un segno indelebile nella cultura italiana. In questa biografia di Mariangela Melato ripercorriamo le tappe fondamentali della sua vita e del suo percorso artistico.
Figlia di un vigile urbano e di una sarta, Mariangela Melato crebbe in un ambiente modesto ma ricco di stimoli culturali. Da giovane si iscrisse all’Accademia di Belle Arti di Brera, ma fu presto attratta dal teatro. Studiò recitazione con Esperia Sperani e debuttò sulle scene alla fine degli anni Cinquanta.
I suoi primi successi teatrali arrivarono negli anni Sessanta, grazie alla collaborazione con registi del calibro di Dario Fo, Luca Ronconi e Luchino Visconti. In particolare, con Ronconi partecipò all’allestimento rivoluzionario dell’“Orlando Furioso” (1969), uno spettacolo che segnò la storia del teatro italiano contemporaneo.
La biografia di Mariangela Melato si intreccia indissolubilmente con quella del cinema italiano degli anni Settanta. Il suo esordio sul grande schermo risale al 1969 con il film Per grazia ricevuta di Nino Manfredi. Tuttavia, il vero successo arrivò grazie alla regista Lina Wertmüller, con la quale Mariangela instaurò un sodalizio artistico indimenticabile.
Tra i film più celebri della loro collaborazione ricordiamo:
“Mimì metallurgico ferito nell’onore” (1972), con Giancarlo Giannini
“Film d’amore e d’anarchia” (1973), ambientato durante il fascismo
“Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” (1974), dove interpreta la borghese altezzosa naufragata con un proletario
“Todo modo” (1976), regia di Elio Petri, con Gian Maria Volonté
Questi ruoli le permisero di esprimere tutta la sua energia scenica, la forza comica e drammatica, e una straordinaria padronanza della mimica e del corpo. La biografia di Mariangela Melato è quindi segnata da una grande intensità recitativa e da personaggi femminili forti, contraddittori, spesso tragicamente attuali.
Negli anni Ottanta e Novanta, Mariangela Melato tornò con forza al teatro, sua prima grande passione. Fu protagonista di grandi allestimenti classici e contemporanei, da Shakespeare a Euripide, da Goldoni a Ionesco. Lavorò con registi importanti come Giancarlo Sepe, Peter Stein, Mario Missiroli e Luca Ronconi. Tra i ruoli più acclamati, Fedra, Medea, La bisbetica domata, Filumena Marturano e Vestire gli ignudi.
La sua attività non si fermò al palcoscenico. In televisione ottenne grande successo con fiction di qualità come:
Rebecca, la prima moglie (2008)
Signora Ava (1975)
Una vita in gioco – Il caso Calvi (1991)
La biografia di Mariangela Melato si distingue per la costante ricerca di qualità nei progetti artistici: non accettò mai ruoli banali o ripetitivi, rifiutando spesso il compromesso con il successo commerciale.
Mariangela Melato è sempre stata molto riservata sulla sua vita privata. Non si sposò mai, non ebbe figli e preferì mantenere un profilo discreto anche nei momenti di maggiore notorietà. Ebbe una lunga e importante relazione con Renato Zero, di cui fu compagna e grande amica per molti anni.
Fu anche una donna impegnata socialmente: sostenitrice dei diritti civili, dell’uguaglianza di genere e del ruolo della cultura nella società. Il suo femminismo era pratico e consapevole, sempre legato alla dignità dei ruoli femminili che interpretava.
Mariangela Melato lottò per anni contro un tumore. Nonostante la malattia, continuò a lavorare fino a pochi mesi prima della sua scomparsa. Morì l’11 gennaio 2013 all’età di 71 anni, lasciando un grande vuoto nel mondo artistico italiano. I funerali si svolsero a Roma in forma laica e furono seguiti da centinaia di colleghi e ammiratori.
La biografia di Mariangela Melato è il racconto di una carriera costruita sull’eccellenza, sulla passione e sulla coerenza. Attrice dalla presenza scenica potentissima, ha saputo rinnovarsi continuamente, rimanendo sempre fedele a sé stessa. La sua voce, il suo sguardo ironico, la sua determinazione artistica la rendono ancora oggi un simbolo di cultura, intelligenza e libertà nel panorama italiano.
Per grazia ricevuta (1971), regia di Nino Manfredi
Mimì metallurgico ferito nell’onore (1972), regia di Lina Wertmüller
La califfa (1972), regia di Alberto Bevilacqua
La classe operaia va in paradiso (1972), regia di Elio Petri
Lo scopone scientifico (1972), regia di Luigi Comencini
Film d’amore e d’anarchia (1973), regia di Lina Wertmüller
Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto (1974), regia di Lina Wertmüller
Todo modo (1976), regia di Elio Petri
Dimenticare Venezia (1979), regia di Franco Brusati
Il gatto (1977), regia di Luigi Comencini
Segni particolari: bellissimo (1983), regia di Castellano e Pipolo
Il petomane (1983), regia di Pasquale Festa Campanile
Aiutami a sognare (1981), regia di Pupi Avati
La fine è nota (1992), regia di Cristina Comencini
La parola amore esiste (1998), regia di Mimmo Calopresti
Rebecca, la prima moglie (2008), film TV diretto da Riccardo Donna
Due imbroglioni e… mezzo! (2007), miniserie TV