Luigi Comencini è stato uno dei più importanti registi italiani del Novecento. Con uno stile inconfondibile, capace di unire realismo, ironia e tenerezza, ha saputo raccontare l’Italia del dopoguerra, dell’infanzia, della famiglia e del cambiamento sociale. In questa Luigi Comencini biografia ripercorriamo la vita e la carriera di un cineasta che ha saputo trasformare storie semplici in grandi film.
Luigi Comencini nacque a Salò, in provincia di Brescia, il 8 giugno 1916. Cresciuto in una famiglia borghese, si trasferì presto a Parigi, dove trascorse parte dell’infanzia e dell’adolescenza. Tornato in Italia, si laureò in architettura al Politecnico di Milano, ma ben presto la sua passione per il cinema prese il sopravvento.
Nel 1937 fondò, insieme a Alberto Lattuada e Mario Ferrari, la Cineteca Italiana di Milano, una delle prime in Italia, segnando così l’inizio del suo impegno per la promozione e conservazione del cinema come forma d’arte.
La carriera di regista di Comencini inizia nel secondo dopoguerra. Il suo primo lungometraggio, Proibito rubare (1948), già mostra l’interesse per i temi sociali e per l’infanzia. Seguì L’imperatore di Capri (1949), commedia brillante con Totò, che lo avvicinò alla grande tradizione del cinema comico italiano.
Negli anni ’50, Comencini comincia a farsi notare come autore sensibile e originale, con film come Heidi (1952) e Pane, amore e fantasia (1953), quest’ultimo con Vittorio De Sica e Gina Lollobrigida, che diede il via a una serie di commedie di successo. Il film è considerato uno dei capisaldi della commedia all’italiana, genere che Comencini contribuirà a definire nei decenni successivi.
La biografia di Luigi Comencini attraversa un periodo d’oro tra gli anni ’60 e ’70, in cui il regista realizza alcuni dei suoi film più celebri e maturi. Tutti a casa (1960), con Alberto Sordi, è uno dei film più intensi sulla fine del fascismo e sull’8 settembre 1943. La pellicola, pur raccontando una tragedia nazionale, riesce a mantenere un tono umano e ironico, senza mai cadere nel patetico.
Nel 1965 dirige La ragazza di Bube, tratto dal romanzo di Carlo Cassola, con Claudia Cardinale. Ma il vero capolavoro di quegli anni è Incompreso (1966), struggente ritratto dell’infanzia e del dolore, che ancora oggi viene considerato uno dei film italiani più emozionanti sul rapporto padre-figlio.
Negli anni ’70, Comencini continua a raccontare l’Italia con occhio critico ma sempre affettuoso. Lo scopone scientifico (1972), con Alberto Sordi e Bette Davis, è una satira feroce delle classi sociali. Delitto d’amore (1974), con Giuliano Gemma e Stefania Sandrelli, affronta i conflitti di classe e la frustrazione operaia con sensibilità e forza visiva.
Comencini ha avuto un ruolo pionieristico anche nella televisione italiana. Nel 1972 realizza lo sceneggiato Le avventure di Pinocchio, con Nino Manfredi nel ruolo di Geppetto: una miniserie diventata cult, vista da milioni di italiani e considerata una delle versioni più fedeli e poetiche del romanzo di Collodi.
Negli anni ’80 e ’90 continua a lavorare con passione, anche se con minore frequenza. Tra gli ultimi film da ricordare: Un ragazzo di Calabria (1987), premiato a Venezia, e Marcellino pane e vino (1991), remake del celebre film spagnolo.
Luigi Comencini fu sposato e padre di quattro figlie, tra cui Francesca Comencini, che ha seguito le sue orme nel mondo della regia. Uomo riservato, poco incline alle mondanità, si è sempre concentrato sulla qualità del lavoro e sull’aspetto umano del racconto cinematografico.
Morì a Roma il 6 aprile 2007, all’età di 90 anni. La sua morte segnò la fine di un’epoca del cinema italiano: quella di un regista che sapeva parlare al cuore del pubblico, senza rinunciare alla profondità.
Questa Luigi Comencini biografia ci racconta il percorso di un autore capace di fondere impegno sociale, umorismo e delicatezza, raccontando la realtà italiana attraverso lo sguardo dei bambini, delle famiglie, dei vinti e dei sognatori. I suoi film restano ancora oggi attualissimi, veri ritratti dell’animo umano, e rappresentano una delle eredità più preziose del cinema italiano.
Proibito rubare (1948)
L’imperatore di Capri (1949)
Persiane chiuse (1951)
Heidi (1952)
Pane, amore e fantasia (1953)
Pane, amore e gelosia (1954)
La bella di Roma (1955)
Mariti in città (1957)
Le avventure di Pinocchio (1972, miniserie TV)
Hanno rubato un tram (1954) – co-regia con Aldo Fabrizi
La ragazza di Bube (1963)
Il compagno Don Camillo (1965)
Incompreso (1966)
Tutti a casa (1960)
Il gatto (1977)
Delitto d’amore (1974)
Lo scopone scientifico (1972)
La donna della domenica (1975)
Voltati Eugenio (1980)
Un ragazzo di Calabria (1987)
Marcellino pane e vino (1991)