Lea Massari è una delle attrici più eleganti, versatili e internazionali del cinema italiano del secondo dopoguerra. Nata a Roma il 30 giugno 1933 con il nome di Anna Maria Massetani, ha scelto il nome d’arte “Lea Massari” in onore del suo primo grande amore, prematuramente scomparso. Questa decisione segnò simbolicamente l’inizio di una carriera intensa e raffinata, fatta di ruoli complessi e collaborazioni con alcuni dei più grandi registi europei. In questa biografia di Lea Massari, ripercorriamo i momenti chiave della sua vita e carriera artistica.
Lea Massari trascorse parte dell’adolescenza in Svizzera, dove frequentò l’École Polytechnique Fédérale de Lausanne, per poi tornare in Italia e dedicarsi alla recitazione. Studiò all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica e si avvicinò presto al cinema, debuttando sul grande schermo alla fine degli anni Cinquanta.
Il suo fascino sofisticato e la capacità di interpretare ruoli enigmatici e profondi le permisero di distinguersi in un panorama cinematografico dominato da volti femminili più vistosi o sensuali. Fin dagli esordi, Lea Massari mostrò una preferenza per ruoli drammatici e impegnati, spesso legati a film d’autore.
Un punto centrale della biografia di Lea Massari è il film “L’avventura” (1960), diretto da Michelangelo Antonioni, in cui interpreta Anna, la misteriosa donna che scompare durante una gita in barca. Sebbene il suo personaggio abbandoni presto la scena, è proprio l’assenza di Anna a diventare il fulcro narrativo del film, simbolo di un disagio esistenziale e di una crisi affettiva. Il film ottenne un enorme successo internazionale e consacrò Antonioni come maestro del cinema moderno. Per Lea Massari fu un trampolino di lancio anche all’estero.
Poco dopo, nel 1961, recitò in “Una vita difficile” di Dino Risi, accanto ad Alberto Sordi. Questo film le permise di mostrare un lato più ironico e realistico, consolidando la sua presenza anche nella commedia all’italiana, pur mantenendo un profilo d’interprete colta e raffinata.
Uno degli aspetti distintivi della biografia di Lea Massari è la sua attività nel cinema francese. Negli anni Sessanta e Settanta, l’attrice recitò in numerosi film in lingua francese, diventando una presenza familiare anche per il pubblico d’oltralpe. Lavorò con registi come Louis Malle, Costa-Gavras e Claude Sautet, dimostrando una straordinaria versatilità linguistica e interpretativa.
Nel 1970 ottenne uno dei suoi ruoli più noti nel film “Mio zio Benjamin” con Jacques Brel. Nel 1971 fu protagonista di “Les choses de la vie” (Le cose della vita) di Claude Sautet, accanto a Michel Piccoli e Romy Schneider. In questo film, intenso e malinconico, Lea Massari interpretava Catherine, la moglie del protagonista, confermando la sua bravura anche in ruoli secondari ma emotivamente rilevanti.
Nel 1974 fu diretta da Louis Malle in “Lacombe Lucien”, un film forte e discusso sulla Francia occupata dai nazisti, dove interpretava una madre ebrea in fuga. Questo ruolo le valse grande apprezzamento internazionale.
Negli anni Ottanta e Novanta, Lea Massari rallentò la sua attività cinematografica, apparendo in film selezionati e spesso partecipando a produzioni per la televisione. Tra le sue interpretazioni più discusse c’è quella della madre di Tadzio in “Morte a Venezia” (1971) di Luchino Visconti, dove la sua eleganza e distanza incarnano perfettamente il mondo aristocratico che fa da sfondo alla decadenza del protagonista.
Nel 1989 vinse il Nastro d’Argento come miglior attrice non protagonista per il film “Segreti segreti” di Giuseppe Bertolucci. Successivamente si è ritirata dalle scene, conducendo una vita lontana dai riflettori, coerente con la sua immagine di attrice riservata e distante dalla mondanità.
La biografia di Lea Massari è quella di un’attrice che ha saputo incarnare l’intellettualità femminile nel cinema, senza mai cedere agli stereotipi della donna oggetto. Raffinata, essenziale, poliglotta, è stata una delle pochissime attrici italiane capaci di lavorare con continuità e successo in contesti internazionali, dal cinema d’autore italiano alla nouvelle vague francese.
Oggi, il suo nome è associato a una stagione importante del cinema europeo, dove l’arte dell’attore si fondeva con la ricerca linguistica, la tensione politica e la riflessione esistenziale. Lea Massari resta un esempio di stile e coerenza, un volto che ha lasciato un segno profondo nel cuore degli spettatori e nella storia del cinema.
Proibito (1954), regia di Mario Monicelli
La spiaggia (1954), regia di Alberto Lattuada
I sogni nel cassetto (1957), regia di Renato Castellani
I delfini (1960), regia di Francesco Maselli
L’avventura (1960), regia di Michelangelo Antonioni
Una vita difficile (1961), regia di Dino Risi
Il commissario (1962), regia di Luigi Comencini
La corruzione (1963), regia di Mauro Bolognini
Le soldatesse (1965), regia di Valerio Zurlini
Il buio in sala (1965), regia di Massimo Franciosa
Mio zio Benjamin (1969), regia di Édouard Molinaro
Morte a Venezia (1971), regia di Luchino Visconti
Les choses de la vie (1971), regia di Claude Sautet
Lacombe Lucien (1974), regia di Louis Malle
Violins at the Ball (1974), regia di Michel Drach
Segreti segreti (1985), regia di Giuseppe Bertolucci
Una vita scellerata (1990), regia di Giacomo Battiato
La messe est finie (1985), regia di Nanni Moretti – cameo
Les amants du Pont-Neuf (1991), regia di Leos Carax – ultimo ruolo importante