Erminio Macario, conosciuto semplicemente come Macario, è stato uno dei comici e attori teatrali più popolari e amati del Novecento italiano. La sua comicità surreale, tenera e malinconica ha lasciato un’impronta indelebile nella storia dello spettacolo italiano, influenzando generazioni di attori e intrattenitori. Nato a Torino il 27 maggio 1902 e morto il 25 marzo 1980, Macario è stato una figura centrale nell’evoluzione del teatro di rivista e della commedia cinematografica italiana.
Erminio Macario nacque nel quartiere torinese di San Donato, in una famiglia modesta. Fin da giovane mostrò uno spiccato talento per l’intrattenimento. Dopo aver abbandonato gli studi, entrò a far parte di piccole compagnie teatrali locali. Il suo vero debutto avvenne negli anni ’20, quando si affermò nel teatro leggero e nella rivista, un genere che avrebbe dominato per decenni.
Il suo stile comico, in bilico tra farsa e poesia, si rifaceva alla tradizione della commedia dell’arte, ma era profondamente personale: Macario creava personaggi buffi, ingenui, ma mai volgari. La sua maschera, con il cappello bombetta, il bastone e i gesti caricati, ricordava Chaplin, pur mantenendo una forte originalità italiana.
Negli anni ’30 e ’40, Macario divenne uno dei mattatori assoluti della rivista italiana. I suoi spettacoli erano attesi e acclamati in tutta Italia. Uno degli elementi chiave del suo successo fu la capacità di lanciare e valorizzare grandi soubrettes, tra cui Isa Barzizza, Sandra Mondaini, Carla Del Poggio e Rita Pavone. La sua compagnia era considerata una vera scuola di comicità e spettacolo.
Macario non era solo un comico, ma anche un attento impresario, autore e regista teatrale. I suoi spettacoli erano curati nei dettagli, con scenografie eleganti, canzoni orecchiabili e ritmi serrati.
La biografia di Erminio Macario è strettamente legata anche al cinema, dove approdò negli anni ’30. Il suo primo successo cinematografico fu “Aria di festa” (1938), ma fu negli anni ’40 e ’50 che divenne una presenza fissa sugli schermi italiani, spesso interpretando personaggi umili, impacciati ma pieni di umanità.
La sua comicità al cinema si basava sull’equivoco, sul gesto mimico e su un’innocenza surreale, rendendolo diverso da altri grandi comici dell’epoca come Totò, Aldo Fabrizi o Eduardo De Filippo. Macario non era un moralista né un satirico: la sua forza era la leggerezza, una leggerezza quasi fiabesca.
Macario ha recitato in oltre 40 film, spesso in ruoli da protagonista. Ecco alcuni dei più importanti:
“Imputato, alzatevi!” (1939), regia di Mario Mattoli – Uno dei primi veri successi, che consolidò la sua fama al cinema.
“Lo vedi come sei… lo vedi come sei?” (1939), regia di Mario Mattoli – Commedia degli equivoci con la sua consueta leggerezza.
“Il pirata sono io!” (1940), regia di Mario Mattoli – Uno dei film più divertenti della sua carriera.
“Come persi la guerra” (1947), regia di Carlo Borghesio – Una delle sue pellicole più note del dopoguerra.
“Il monello della strada” (1956), regia di Carlo Borghesio – Un omaggio al cinema di Chaplin, tra comicità e sentimento.
“Il corazziere” (1960), regia di Camillo Mastrocinque – Film in costume dal tono ironico.
“L’ombrellone” (1965), regia di Dino Risi – In un ruolo secondario ma significativo in una commedia brillante sulla società italiana.
Macario lavorò anche in televisione, prendendo parte a sceneggiati, varietà e speciali. Fu anche ospite fisso in trasmissioni storiche come “Canzonissima” e “Studio Uno”, dove si esibiva con sketch inediti e numeri comici.
Negli anni ’70, Macario si dedicò al teatro di prosa e a progetti televisivi. Rimase sempre fedele al suo stile, senza mai rincorrere le mode o i cambiamenti della comicità moderna. Il pubblico continuava ad amarlo per la sua coerenza artistica e la dolcezza disarmante dei suoi personaggi.
Morì il 25 marzo 1980 a Torino, la sua città natale, che gli ha dedicato teatri, vie e monumenti.
La biografia di Erminio Macario è il racconto di un artista che ha saputo far ridere con garbo, grazia e intelligenza. La sua comicità, mai aggressiva, è ancora oggi attuale per la sua capacità di cogliere l’aspetto tenero e surreale della vita quotidiana. Il suo lascito vive nei ricordi del pubblico, nelle pellicole restaurate e nella storia di una comicità che sapeva far sorridere con il cuore.