Quando si parla di grandi dive del cinema italiano e internazionale del Novecento, Alida Valli è un nome che emerge con forza ed eleganza. Questa biografia di Alida Valli racconta il percorso di un’attrice magnetica, sofisticata e poliedrica, che ha attraversato con grazia e determinazione decenni di storia del cinema, dalla Cinecittà fascista fino a Hollywood, passando per i capolavori di maestri del neorealismo e del cinema d’autore europeo.
Nata Alida Maria Laura Altenburger von Marckenstein und Frauenberg il 31 maggio 1921 a Pola, in Istria (oggi Croazia), Alida Valli proveniva da una famiglia aristocratica di origine austriaca. Cresciuta tra la cultura italiana e quella mitteleuropea, mostrò fin da giovane una forte inclinazione per l’arte e il teatro.
A soli 15 anni si trasferì a Roma, dove frequentò il Centro Sperimentale di Cinematografia, formandosi con alcuni dei più grandi insegnanti dell’epoca. La sua bellezza elegante e lo sguardo profondo conquistarono subito registi e pubblico.
Alida Valli debuttò sul grande schermo nel 1936 con I due sergenti, ma fu negli anni Quaranta che divenne una delle attrici più amate del cinema italiano. La sua popolarità crebbe grazie a film come:
Mille lire al mese (1939)
Stasera niente di nuovo (1942)
Piccolo mondo antico (1941), per cui vinse la Coppa Volpi come miglior attrice a Venezia
Durante il periodo fascista, Alida Valli fu spesso celebrata come l’ideale della “donna italiana”, ma seppe mantenere una sua autonomia artistica, scegliendo ruoli anche drammatici e complessi.
Negli anni Quaranta, la biografia di Alida Valli prende una svolta internazionale. Notata da David O. Selznick, produttore di Via col vento, Valli firmò un contratto con Hollywood, dove recitò con il solo nome “Valli”, seguendo una strategia di marketing tipica delle star internazionali.
Il suo esordio americano avvenne nel 1947 con Il caso Paradine diretto da Alfred Hitchcock, dove recitò accanto a Gregory Peck. Ma il film più iconico del suo periodo hollywoodiano fu:
Il terzo uomo (The Third Man, 1949) di Carol Reed, con Orson Welles
Qui interpretò uno dei suoi ruoli più intensi e memorabili, confermando il suo talento anche al di fuori dell’Italia.
Negli anni Cinquanta, Alida Valli tornò in Europa e si avvicinò al cinema d’autore, collaborando con registi come:
Luchino Visconti – Senso (1954), dove diede vita a un’interpretazione leggendaria
Michelangelo Antonioni – Il grido (1957)
Pier Paolo Pasolini – Edipo Re (1967)
Bernardo Bertolucci – La strategia del ragno (1970) e 1900 (1976)
La biografia di Alida Valli dimostra la sua capacità unica di reinventarsi, passando dalla diva romantica alla donna tormentata, dalla madre austera alla figura simbolica in film sperimentali.
Negli anni successivi, Alida Valli si dedicò anche al teatro e alla televisione, dimostrando una versatilità rara. Continuò a lavorare fino agli anni Novanta, interpretando ruoli forti e intensi, spesso legati a figure materne o autoritarie.
Ricevette numerosi premi alla carriera, tra cui:
Leone d’Oro alla carriera (1997)
David di Donatello speciale (1991)
Alida Valli fu sempre molto riservata. Ebbe due figli e visse per molti anni a Roma. Nel corso della sua vita fu anche coinvolta in vicende di cronaca, come il caso Montesi negli anni Cinquanta, che scosse l’opinione pubblica, ma da cui seppe riemergere con dignità e forza.
Morì a Roma il 22 aprile 2006, lasciando un vuoto immenso nel mondo dello spettacolo. Il suo volto, i suoi occhi malinconici e la sua voce profonda restano impressi nella memoria collettiva di chi ama il grande cinema.
Questa biografia di Alida Valli racconta più di una carriera: racconta un’epoca. Alida Valli è stata una delle poche attrici italiane capaci di unire successo commerciale, valore artistico e profondità interpretativa. In oltre sessant’anni di carriera, ha attraversato mode, stili e confini, restando sempre fedele alla sua arte.
La sua figura continua a ispirare registi, attori e spettatori, incarnando l’ideale della diva intelligente, raffinata e complessa.
I due sergenti (1936) – regia di Enrico Guazzoni
Mille lire al mese (1939) – regia di Max Neufeld
Piccolo mondo antico (1941) – regia di Mario Soldati
Noi vivi (1942) – regia di Goffredo Alessandrini
Addio Kira! (1942) – regia di Goffredo Alessandrini
Stasera niente di nuovo (1942) – regia di Mario Mattoli
T’amerò sempre (1943) – regia di Mario Camerini
Apparizione (1943) – regia di Jean de Limur
Il caso Paradine (The Paradine Case, 1947) – regia di Alfred Hitchcock
Il miracolo delle campane (The Miracle of the Bells, 1948) – regia di Irving Pichel
Il terzo uomo (The Third Man, 1949) – regia di Carol Reed
La provinciale (1953) – regia di Mario Soldati
Senso (1954) – regia di Luchino Visconti
La grande speranza (1954) – regia di Duilio Coletti
La risaia (1956) – regia di Raffaello Matarazzo
Il grido (1957) – regia di Michelangelo Antonioni
Edipo Re (1967) – regia di Pier Paolo Pasolini
La strategia del ragno (1970) – regia di Bernardo Bertolucci
La casa dalle finestre che ridono (1976) – regia di Pupi Avati
1900 (1976) – regia di Bernardo Bertolucci
Suspiria (1977) – regia di Dario Argento
Berlinguer ti voglio bene (1977) – regia di Giuseppe Bertolucci
La luna (1979) – regia di Bernardo Bertolucci
La bocca (1991) – regia di Luca Verdone
La seconda moglie (1998) – regia di Ugo Chiti