Giorgio Gaber TIMIDE VARIAZIONI Quando ero giovane mi piacevano tanto le donne e le filosofie, ero un ragazzo attento e mi buttato e mi verificavo nei rapporti aperti, e gocciolavo amore da tutte le parti, amore. Quando ero giovane mi piacevano molto le notti e le periferie, mi coinvolgevano le innovazioni, le arti, i grandi mutamenti, e vedevo il nuovo da tutte le parti, il nuovo. Non c'è niente da fare, dev'essere vero che sto invecchiando, non c'entra niente con l'età, il sintomo più chiaro è che guardando il mondo non mi interessano e non mi sorprendono le novità. Eppure mi hanno detto che succede di tutto, ci sono cose interessanti e anche originali, che ci sono cose veramente strane, veramente nuove, grandi cambiamenti, grandi innovazioni... peccato che a me sembrano soltanto timide e modeste variazioni, che nella loro velleità hanno l'aria e la pretesa di sfacciate novità. Quando ero giovane mi attiravano molto la sofferenza e la sociologia, quando hai vent'anni non ti puoi risparmiare devi occuparti del mondo che è lì che aspetta la tua spinta per cambiare, il mondo. A vent'anni tutti scrivono fantastiche, rabbiose poesie, a vent'anni tutti fanno decisivi, importantissimi interventi, dopo i vent'anni li fanno solo i deficienti, li fanno. Non c'è niente da fare il mondo è noioso, si sta ripetendo, o sono io che sono distratto, sarà che sono anziano o forse presuntuoso, ma ho l'impressione di avere già capito tutto. Eppure effettivamente ogni giorno succede qualcosa, e sono cose molto appariscenti e anche fastidiose, e sono cose veramente gravi e c'è un gran casino di sconvolgimenti, non si può ignorare. Sì, ma io volevo dire la mia vita, la tua vita, insomma la vita, ho il sospetto che rimanga sempre uguale, e qualsiasi cambiamento che sembrava così enorme e sconvolgente, riguardato alla distanza non è altro che esteriore ed apparente, va a finire che in sostanza è davvero tutto uguale. Oppure sono io che non capisco più un cazzo!
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