Giorgio Gaber OCCHIO, CUORE, CERVELLO Guardare una farfalla guardare da vicino le sue antenne e le sue ali lei freme appena, è quasi sera, è primavera e siamo soli ora si muove piano sta per andare via ora la vedo in cielo allucinato dal suo volo come un antico amante tutto preso dal presente. In attesa di un barlume di coscienza. Trovarsi all'improvviso nelle strade di una città trovarsi in mezzo al modo per spiare le sue segrete circonvoluzioni, le intenzioni, la sua verità, provare un senso di piacere che non si può capire davanti a un viso che si specchia nel cristallo dì un grattacielo irriverente, in qualche modo bello. In attesa di un barlume di coscienza. Occhio, cuore, cervello, occhio, cuore, cervello. Il percorso normale della conoscenza è come non lo usassimo più il percorso del pensiero che ogni giorno diventa più avaro ma il destino di ogni ignoranza è un inconscia euforia che assomiglia a una strana, fortissima voglia di vivere in attesa di un barlume dì coscienza Occhio, cuore, cervello, occhio, cuore, cervello. Entrare la sera in un teatro la luce si è abbassata, c'è quell'animo di attesa si paria piano, c'è un momento di abbandono, sta per nascere qualcosa gustare ogni parola ogni momento per riscoprire sensazioni misteriose, voglio dire quelle cose che ci danno un nutrimento. Goldoni, Shekespeare, Pirandello e poi concerti, la commedia, le canzoni si prende tutto e poi si vive, vive, vive circondati da emozioni In attesa di un barlume di coscienza. Occhio, cuore, cervello, occhio, cuore, cervello.
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