Giorgio Gaber LA FESTA E poi mi sono alzato quasi bene con un’allegria molto cittadina, con quegli strani struggimenti la domenica mattina. L’odore del giornale è sempre un’emozione non leggo le notizie, non c'ho testa, aspetto il pomeriggio con furore, del resto anche aspettare fa parte della festa… e questa allegria solitaria si espande alla gente, alle cose, si mescola nell’aria. Son proprio dei poeti gli uomini, son proprio teneri e incantati, non riesci più a strapparli alle loro speranze, ci sono incollati! Seduti in assolati ristoranti che hanno le terrazze proprio sopra il mare, c’è come un’atmosfera più leggera che si unisce al gusto del mangiare, oppure in una fiera felici come si ringiovanisse, coi pesciolini rossi e con le solite montagne che non sono russe... coi fuochi artificiali, le paste, tutto ritorna fuori, sono rutti di gioia le feste. Son pieni di energia gli uomini, son proprio sani e scatenati, non riesci più a strapparli alla loro allegria, ci sono incollati! E poi c’è l’orgia delle discoteche dove ti butti e balli come un matto, è irresistibile e persino chi non vuole si dimena si dondola tutto. La musica da ballo è l’unico linguaggio che riunisce il mondo, c’è chi ci gode smisuratamente e c’è chi si lamenta della vita sgambettando… e oltre alle note si avverte il senso dell’aria senza note che è l’aria della morte! Son pieni di risorse gli uomini, sono animali liberati, non riesci più a strapparli alle loro emozioni, ci sono incollati! E poi c’è il salariato del piacere che propina storie colorate e grasse, un bel film con dentro tutti gli ingredienti che piacciono alle masse che stanno lì inchiodate e si divoran tutto senza protestare, gli si potrebbe dare in premio un bel barattolo di merda per duemila lire e senza esitare un momento sarebbero pronti a scannarsi per quel divertimento! Son proprio deficienti gli uomini, ormai son proprio devastati, non riesci più a strapparli alla loro idiozia, ci sono incollati…
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