Sergio Endrigo è nato in Istria a Pola, allora Italia, il
5 Giugno 1933 (attualmente Pula/Pola - Croazia). Figlio di
un cantante lirico, i suoi primi studi musicali li farà a
dieci anni seguendo le orme del padre, crescendo però si rende
conto che la sua strada non è quella del cantante lirico.
Comincia così a cantare musica leggera a Venezia nel 1954
e ad incidere i suoi primi dischi all'inizio degli anni '60
contribuendo al fiorire del filone dei cosiddetti "cantautori",
la nuova figura di autore e contemporaneamente di cantante
che prende piede in Italia in quel periodo. Il suo nome quindi
in una storia della canzone italiana va posto a fianco di
Gino Paoli, Fabrizio De Andrè, Luigi Tenco, Bruno Lauzi, Enzo
Jannacci e Giorgio Gaber autori e cantanti che portarono una
ventata di rinnovamento nel chiuso panorama musicale italiano
ancora attardato alle rime cuore-amore. E tra questa cerchia
di cantautori che Sergio Endrigo si farà conoscere per la
sua fresca vena poetica, delicata ed un pò malinconica con
canzoni quali "Aria di Neve", "Via Broletto" e con la più
sbarazzina "Viva Maddalena", ma la sua notorietà rimarrà per
il momento ancora ristretta ad un pubblico di elite. Finchè
nel 1962 incide "Io che amo solo te" con cui finalmente gli
arride anche il grande successo popolare che verrà consacrato
definitivamente nel 1968 con la vittoria al Festival della
Canzone di Sanremo, la massima manifestazione canora italiana,
con "Canzone per te", cantata insieme al brasiliano Roberto
Carlos, cosa che lo renderà assai popolare anche in Brasile,
come del resto in tutta l'America Latina nei cui paesi le
sue canzoni saranno spesso presenti nelle classifiche dei
dischi più venduti. In seguito della vittoria di Sanrema partecipa
nel 1968, con la canzone "Marianne", all'Eurofestival della
Canzone, ovvero al Song Contest 'Eurovision' - Grand Prix
de la Chanson, che in quell'anno aveva luogo nella prestigiosa
Royal Albert Hall di Londra.
Nel 1969, sempre a Sanremo, guadagna la seconda posizione
con "Lontano dagli occhi" in coppia con Mary Hopkin, e la
terza nel 1970 con "L'arca di Noè" in coppia con Iva Zanicchi".
Con questa canzone vince anche il Premio della Critica come
miglior testo. Altre sue partecipazioni a Sanremo sono del
1971 con "Una storia", del 1973 con "Elisa Elisa" e l'ultima
risale al 1976 con "Quando c'era il mare". La sua fortuna
presso il grande pubblico, dopo gli splendori del 1968-71,
venne rinnovata con canzoni per l'infanzia come "Ci vuole
un fiore" scritta in collaborazione con Rodari. Mentre nel
1970 partecipò ad uno dei "Concept Album" più belli espressi
in Italia, quello prodotto dal suo grande amico e sodale Sergio
Bardotti intitolato "La vita, amico, è l'arte dell'incontro".
Album che riunisce attorno alla figura del grande poeta e
compositore brasiliano Vinicius de Moraes, il maggiore poeta
italiano del '900 Giuseppe Ungaretti, che traduce e legge
alcune splendide poesie di Vinicius, e per l'appunto il nostro
Endrigo, che canta stupendamente alcune canzoni di Viniciu,
il tutto accompagnato dalla stupenda chitarra del brasiliano
Toquinho. L'album nasce appunto dall'incontro e dall'amicizia
di questo ristretto gruppo di amici con Vinicius de Moraes
allora in esilio a Roma per sfuggire alla dittatura al potere
in Brasile in quel periodo.
Ne In questi ultimi anni Endrigo è entrato in polemica con
il mondo dell'industria musicale italiana che non gli concede
più lo spazio e l'attenzione dovutagli. Risale al 1996 una
sua intervista sull'Unità in cui diceva tra l'altro: "Qui
in Italia vige solo la filosofia dell'usa e getta.
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Non frequento più questo mondo, l'industria ha privilegiato
i ragazzini e le ragazzine."
Ciò nondimeno la musica di Endrigo,
il suo mondo poetico, fa parte oramai integrante del bagaglio
musicale collettivo italiano ed è di questo fine 1999
l'ultimo Album di Franco Battiato,
in cui il grande cantante italiano raduna le "sue canzoni
della memoria", che significativamente accoglie due classici
di Endrigo:
"Aria di neve" e "Te lo leggo negli occhi". |
www.istrianet.org/istria/illustri/endrigo
Impegno
morale e artistico sono le impronte caratteristiche di
quest'artista, che dice di se' di non essere
un cantante, ma un uomo che canta. Il suo atteggiamento
anti divistico (nonostante il grandissimo successo
di "Io che amo solo te" e della vittoria
al Festival di Sanremo del 1968 con "Canzone"),
lo porto' a
preferire la vicinanza di poeti ed intellettuali come
Paoli, Pasolini e Rodari, con i quali collaboro' anche
alla stesura di alcuni suoi testi. I suoi esordi si ricollegano,
in modo quasi "naturale", alla poetica realistica
che accomunava la "scuola genovese" e che il
cantautore istriano (nato a Pola nel 1933) accetto' in
toto.
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In un'intervista del 1995 che fa riferimento
appunto ai suoi primi periodi, Endrigo dice di se': "Non
so da
dove venisse l'ispirazione delle mie canzoni (...) io credo
che affondassero nella mia malinconia
austro-ungarica che ha qualcosa in comune con la saudade
brasiliana: la consapevolezza della
perdita dentro l'intensita' di una emozione".
Purtroppo oggi, il boicottaggio nei suoi confronti da parte
di critici e discografici ha reso quasi introvabili i suoi
ultimi e grandi lavori, costringendolo, quasi, ad
un'assurda condizione da "zombie".
Uno stile caratterizzato dall'esperienza del dolore, a cui
s'affiancano precise domande politiche sulle
responsabilita' collettive come nella "Ballata dell'ex".
Solo recentemente, Sergio Endrigo, disgustato
dall'atteggiamento della sua casa editrice (solo 1.500 copie
stampate del suo ultimo disco e nessuna
promozione dello stesso), ha annunciato il ritiro dalla scena
musicale. Importante rimane la sua passione
per i ritmi brasiliani (in America Latina e' un personaggio
popolare) e le sue collaborazioni con i piu'
importanti artisti del Sud del continente americano.
A conclusione, una sua semi-ironica presentazione: "Parlando
di me, mi piace la calma, la buona
tavola, i buoni amici, i buoni libri, la pesca subacquea,
i francobolli, le armi antiche, gli animali, i
luoghi non affollati. Non mi piacciono i dritti, i disonesti,
i dilettanti presuntuosi, le salse agrodolci,
i seccatori, gli invadenti, gli animali che mordono. Amen".
www.bielle.bbk.org/Pages/endrigo.htm
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