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Sun Is Shining

Sun is shining, the weather is sweet
Make you want to move, your dancing feet
To the rescue, here I am
Want you to know ya, where I stand
When the morning gather the rainbow
Want you to know, I am a rainbow too
To the rescue, Monday morning, here I am
Want you to know, Tuesday evening
Just if you can, where I stand
Wednesday morning, tell myself
A new day is rising
Thursday evening, get on the rise a
New day is dawning
Friday morning, here I am
Saturday evening, want you to know just
Want you to know, just where I stand
When the morning gathers the rainbow
Want you to know, I am a rainbow too
So to the rescue, here I am
Want you to know, just if you can
Where I stand
We lift our heads and give Jah praises
We lift our heads and give Jah praises
Sun is shining, the weather is sweet now
Make you want to move, your dancing feet
To the rescue, here I am
Want you to know, just if you can
Where I, know, know, know, know, where I stand
Monday morning, scoo-be-doop-scoop-scoop
Tuesday evening, scoo-be-doop-scoop-scoop
Wednesday morning, scoo-be-doop-scoop-scoop
Thursday evening, scoo-be-doop-scoop-scoop
Friday morning, scoo-be-doop-scoop-scoop
Saturday evening, scoo-be-doop-scoop-scoop
So to the rescue, to the rescue, to the rescue
Awake from your sleep and slumber
Today could be your lucky number
Sun is shining and the weather is sweet




< molto tempo che Caino, geloso, ucciderà Abele l'innocente;
che Giuda tradirà Cristo
col più simbolico gesto d'amore: il bacio;
che Luther King e Anna Frank cadranno, amando e infocando
la pace tra gli uomini,
colpiti dalla violenza, sempre cieca,
e dall'odio talora sottilmente e ragionatamente diabolico.
Solo l'amore arcano e perenne di Francesco e Chiara, solo la lunga
e paziente sofferenza laboriosa dei negri delle piantagioni americane
( e direi di tutti gli uomini che lavorano, in ogni parte del mondo che considerano il lavoro, di per sè, fonte e opera di riscatto e di elevazione) costituiscono come una pausa al combattimento cruento
tra l'amore e l'odio, tra Abele e Caino.
Tema altissimo, appassionante, davvero universale.
Ma quel che avvince davvero in questa opera folk di Tony Cucchiara,
oltre l'indiscussa importanza dell'assunto, oltre la semplicità nuda e popolare delle scarse parole ( poco più che didascalie indicative di guida o addirittura di enunciazione degli argomenti e dei personaggi che appartengono
tutti alla mitologia universale del Bene e del Male ),
è la sincerità e la felicità e spesso la novità di ispirazione che sorregge la vasta e ricorrente tessitura musicale. Non voglio cercare in che modo
o in che misura ( non è il mio compito)
Tony Cucchiara sia del tutto originale, o se altri prima o meglio di lui si son già messi per questa strada: quel che mi sento di dire, esprimendo un sentimento autentico di ascoltatore, è che questa opera convince e commuove e rende partecipi per la sincerità del canto, delle melodie e dei cori; non ho mai sentito la falsità o l'astuzia del contrabbando e della moda,
ma sempre schiettezza e personalità.
L'opera si apre e si chiude con due brani-che son tra i belli-dedicati direttamente all'Uomo: la preghiera di ringraziamento, all'alba del tempo, per essere nato; e la richiesta supplichevole, un'altra preghiera, perchè, oggi, sia perdonato del male e sia soccorso nella fatica del vivere in un mondo come il nostro in cui odio e amore,
Abele e Caino,
si ritrovano ogni giorno faccia a faccia.