Con gesti da gatto infilava
sui tetti le antenne,
in alto d' estate sui grattacieli della periferia
come un angelo libero, in bilico sulla città.
"Non c'è solo il vento", diceva, "anche
la luce può portarti via,
se hai tempo da perdere e dentro la giusta elettricità,
e se da sempre ti aspetti un miracolo."
Captare è un mestiere difficile in
questa città,
nel cielo ricevere, trasmettere e poi immaginarsi qualunque
cosa,
per ferire il silenzio che tutti hanno dentro di sé.
Ma lui credeva nelle ferite e si sfiorava, si toccava nel
cuore con la mano nervosa,
guardando le nuvole correre via impazienti da lì,
da quel tetto sospeso sugli uomini...
Finchè un giorno un' antenna ribelle
ai programmi di quiz
fece sparire le strisce e nel cielo, trasmise l'immagine della
Madonna,
una donna normale, non male, che disse così:
"Io spengo la luce, se vuole io posso fare una musica
più forte del vento,
posso anche uscire dal monitor, dalla gravità,
potremmo ballare anche subito se lei non ha fretta e non vuole
tornare laggiù."
E noi siamo sempre veloci a cambiare canale,
ma coi piedi piantati per terra, guardando la vita con aria
distratta,
senza entrare nel campo magnetico della felicità,
felicità che sappiamo soltanto guardare, aspettare,
cercare già fatta,
quasi fosse anagramma perfetto di facilità,
barando su un' unica lettera...
Conoscevo quell' uomo e per questo racconto
di lui,
è sparito da allora e nessuno ha scoperto dov'è,
ma un dubbio, un sospetto od un sogno io almeno ce l' ho:
provate a passare in una sera d' estate vicino ai grattacieli
di periferia,
provate a sentire, captare, trasmettere e poi raccontare qualcosa:
se allora sentite una musica son loro che ballano in bilico
sulla città...