Biografia
Nata
a Milano nel 1934, figlia d’un industriale farmaceutico, dopo gli
studi in Svizzera si avvicina al mondo dello spettacolo: nel 1953
s’iscrive all’Accademia d’Arte Drammatica del Piccolo Teatro di Strehler,
in breve diventa la sua allieva prediletta e lui le propone di cantare
durante gli intervalli de "I Giacobini" di Zardi alcune canzoni per
permettere il cambio delle scene sul palco ("Les rois s'en voint"
e "La Seine est rouge"); così Ornella Vanoni comincia a proporsi in
veste di cantante con brani che le fruttano apprezzamenti della critica.
ANNI CINQUANTA Nasce curiosità intorno a questa ragazza che comincia
a proporre un repertorio di canzoni del tutto originale in Italia,
le famose "canzoni della mala" con cui si cantano le vite e le storie
di carcerati calabresi, di sfortunati ladruncoli milanesi, di ragazzi
giovani ammazzati in miniera. Inesorabilmente le forbici della censura
si abbattono su questi brani vietando ogni trasmissione radiofonica
e televisiva, in un periodo in cui il massimo della trasgressione
era cantare una canzone dedicata alla mamma. Non si capisce bene se
questa ragazza canta le canzoni della mala, è una donna proveniente
dalla mala e così via; ad aumentare questo alone di mistero contribuiscono
alcune copertine dei dischi che la ritraggono in pose del tutto particolari,
una novità assoluta in un periodo in cui le copertine erano standard
e forate.
Inoltre Strehler, autore di alcuni brani, preferisce firmare i brani
come canti anonimi vecchi di secoli, e ritrovati dopo una serie di
ricerche che non fanno che dare un altro tocco di mistero attorno
a questa giovane di cui si sa veramente poco.
Il suo primo disco è il 45 giri “Sentii come la vosa la sirena”, uscito
nel 1959 per la Ricordi, la famosa etichetta milanese che apre con
lei la serie di dischi di musica leggera (nel 1958 era stato aperto
il catalogo di musica classica). Sempre nello stesso anno Ornella
Vanoni esordisce sul primo canale cantando un brano in tedesco, "Moritat".
Il successo in questo caso è più di critica che di pubblico. Seguono
alcuni extended-play e altri singoli come "Ma mi", "Hanno ammazzato
il Mario", "Ballata di Chessman" che proseguono il filone di canzoni
della mala.
ANNI SESSANTA Gli anni sessanta si aprono con una novità per la carriera
di Ornella Vanoni; il matrimonio con l'impresario Luciano Ardenzi
e l'incontro con quel Gino Paoli che segnerà una fortunata collaborazione
tra i due che durerà per diversi anni. Il brano che apre questa collaborazione
è "Me in tutto il mondo" (dove Gino Paoli scrive in copertina "questa
non è più una mia canzone, è una canzone di Ornella Vanoni"), ma sarà
"Senza fine" incisa l'anno seguente a segnare l'apice. Da notare che
sempre in questo disco un giovane Luigi Tenco suona il sassofono in
"Se qualcuno ti dirà".
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Alla fine del 1961 partecipa a "Canzonissima" dove presenta "Cercami",
un brano che pur se non particolarmente orecchiabile risulterà
un buon successo commerciale (è il primo singolo di Ornella a
superare le 100.000 copie vendute). Contemporaneamente viene pubblicato
il suo primo 33 giri, intitolato semplicemente "Ornella Vanoni"
e che riunisce nel lato A sei canzoni della mala, nel lato B sei
canzoni del suo nuovo corso artistico, quello delle canzoni d'amore.
Contemporaneamente prosegue l'attività di attrice teatrale con
"L'idiota" di Marcel Achard e "La fidanzata del bersagliere" di
Edoardo Anton che le varrà il premio San Genesio come migliore
attrice del 1963. |
Sempre in questo anno subentra a Lea Massari nel musical "Rugantino"
di Garinei & Giovannini con musiche di Trovajoli nel ruolo della popolana
Rosetta; il musical avrà un successo tale che arriverà fino a Broadway.
Nello stesso periodo pur non abbandonando l'attività di cantante limita
le uscite discografiche a pochi 45 giri che però riescono sempre a
piazzarsi bene in hit parade; tra queste ricordiamo "Quando dormirai"
(dal film "Le piace Brahms?"), "Anche se", "Coccodrillo", "Roma nun
fà la stupida stasera" (sempre dal "Rugantino"), "Che cosa c'è" (ennesimo,
splendido regalo ad Ornella di Gino Paoli). Nel frattempo è da ricordare
che il matrimonio con Luciano Ardenzi comincia a vacillare, e nel
giro di poco tempo si arriverà alla separazione. Il 1964 si apre con
una Ornella ben determinata a imporsi definitivamente come cantante;
a Gennaio esce il singolo "Siamo pagliacci" di Mogol - Lunero, ma
merita una segnalazione particolare lo splendido lato B, "Domani ti
sposi", cover di "Demian tu te maries", portata al successo in Francia
da Patricia Carli. Sempre nello stesso anno partecipa alla prima edizione
di "Un disco per l'estate" con "Poco sole", mentre in autunno partecipa
in coppia con Modugno e vince al Festival di Napoli con "Tu sì na
cosa grande"; Ornella arriva anche seconda con "Ammore mio" che verrà
inserito come lato B del brano vincente, arrivando nelle zone alte
della hit parade.
Nel 1965 l'esordio al Festival di San Remo con "Abbracciami forte"
e in estate una nuova partecipazione a "Un disco per l'estate" dove
presenta "Caldo", che tra l'altro darà il titolo al suo terzo 33 giri
edito in quell'anno. Sempre nello stesso anno partecipa come attrice
nel film a episodi "Amori pericolosi". Dopo un paio di singoli di
scarso successo pubblicati alla fine del 1965 Ornella Vanoni riprende
quota al Festival di San Remo del 1966 dove presenta "Io ti darò"
di più che diventa il suo più grande successo commerciale degli anni
'60, anche se la stessa Ornella ammetterà anni dopo di essere stata
"costretta" dalla sua casa discografica ad incidere quel pezzo che
a lei non piaceva proprio. In primavera è protagonista di un ciclo
di cinque puntate dello show "Studio Uno" che la consacra vedette
televisiva. E' in questa occasione che presenta i suoi nuovi singoli
"Tutta la gente del mondo" (di Wertmuller - Canfora) e "Gente", cover
di "People" portata al successo da Barbra Streisand. Nello stesso
anno scade il contratto con la Ricordi (ultimo impegno di rilievo,
la partecipazione al programma televisivo "Scala reale"), ed Ornella
decide di passare alla neonata etichetta Ariston dove sarà l'artista
di punta. Farà in tempo però a pubblicare un altro 45 giri dallo scarso
successo (pubblicizzato poco forse a causa del contratto in scadenza)
e il quarto 33 giri con sette inediti, tra cui la stupenda "Tu non
hai capito niente" di Tenco. Nel 1967 Ornella ritorna per la terza
volta consecutiva sul palco di San Remo per presentare "La musica
è finita", che pur ottenendo pieni consensi dalla critica segnerà
un passo indietro in termini di vendite rispetto a "Io ti darò di
più". Sempre
nello stesso anno Ornella pubblica un numero record di singoli (sette)
più un album che riunisce alcuni di questi. Alla fine del 1967 Ornella
è uno dei sei caposquadra della trasmissione "Partitissima" (la "Canzonissima"
di quell'anno), gara a canzoni che segnerà un grandissimo successo.Nella
squadra di Ornella gioca Don Backy, che le propone di presentare al
prossimo Festival di San Remo un suo brano.
Nel 1968 Ornella presenta al Festival proprio il brano di Don
Backy, "Casa bianca"; la partecipazione di Ornella Vanoni quell'anno
rimase in dubbio fino all'ultimo, perché Don Backy per alcuni
problemi inerenti al regolamento non avrebbe potuto firmare
un secondo brano in gara (il primo era già "Canzone" di Adriano
Celentano), ma le minacce di Ornella di non partecipare alla
gara e i timore degli organizzatori di non avere la Vanoni in
gara spinsero ad un compromesso in cui l'unico a farne le spese
fu proprio Don Backy.
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La canzone si classificherà seconda e otterrà un grande successo commerciale
nella versione di Marisa Sannia, quasi una beffa per la Vanoni che
da sempre aveva cercato un motivo che la potesse consacrare definitivamente
agli occhi del grande pubblico, e che ora che l'aveva trovato si vedeva
superata da una quasi esordiente. Alla fine del 1968 Ornella Vanoni
pubblica "Ai miei amici cantautori", un disco di cover dei cantautori
preferiti dalla cantante milanese; il successo sarà tale che l'anno
seguente verrà pubblicato un secondo volume, intitolato "Io sì - Ai
miei amici cantautori n.2".
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