Massimo
Ranieri, ovvero “il cantattore” come ama definirsi,
è nato a Napoli e da bambino cantava lungo i vicoli
o nei ristoranti della città. Da scugnizzo a idolo
delle ragazzine e delle mamme di tutta Italia il passaggio
è un lampo, grazie al successo di "Rose rosse".
Debutta sullo schermo con "Metello" (regia di
Mauro Bolognini), ed è un trionfo. Non ha ancora
vent’anni e ha già vinto tutto: due Cantagiro,
due Canzonissima, ma soprattutto ha già venduto più
di quattordici milioni di dischi! L’occasione della
sua “seconda vita” artistica arriva da Peppino
Patroni Griffi con "Napoli chi resta e chi parte"
di Raffaele Viviani, Strehler con "L’anima buona
di Sezuan" di Bertold Brecht e Alfredo Citofonar con
il film "La sciantosa" accanto ad Anna Magnani.
Continua il grande successo internazionale dapprima con
"Barnum" e poi, in collaborazione con Maurizio
Scaparro, "Varietà" e "Pulcinella",
portate in tournée in tutto il mondo. Garinei lo
chiama al Sistina, tempio del musical italiano, per vestire
i panni che una volta furono di Domenico Modugno in "Rinaldo
in campo".
Nel
1988 vince il Festival di Sanremo con "Perdere l’amore",
brano che viene successivamente votato 'Canzone del Secolo'.
Ancora teatro ("L’isola degli schiavi" –
regia di Strehler, "La dodicesima notte", "Il
malato immaginario"), cinema e TV, e poi, sublimando
la sua interpretazione tra voce e canto, doppia con successo
il personaggio di Quasimodo nel cartone animato "Il
gobbo di Notre Dame". Arrivano successivamente gli
ultimi due musical osannati dalla critica e applauditi dal
pubblico: "Hollywood – ritratto di un divo"
(storia d’amore tra Greta Garbo e John Gilbert) e
"Il grande campione" che narra il rapporto burrascoso
tra il pugile Cerdan ed Edith Piaf.
Il
ritorno in televisione, su Rai 1, con lo show "Siete
tutti invitati (citofonare Calone)" e la pubblicazione
dell’album "Oggi o dimane" sono storia
di questi giorni: occasioni eccellenti per riscoprire
l’anima etnica e internazionale della canzone
napoletana più classica.
L’album è figlio di una lunga ricerca:
mesi, anni trascorsi passando al setaccio il repertorio
musicale classico partenopeo, un inventario di brani
affollato di musiche straordinarie, quanto può
essere stipato il lungomare di Mergellina in una giornata
di sole. Così Ranieri ha scelto e poi ha scelto
ancora; con cura, senza fretta: selezionando canzoni
come in un formidabile casting fatto esclusivamente
di suoni, parole, melodie. E, finalmente, dopo aver
individuato sedici brani degni del ruolo di protagonisti,
si è messo al lavoro.
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Con
Ranieri hanno elaborato gli arrangiamenti Mauro
Pagani e Mauro Di Domenico. Ma più che di
arrangiamenti si è trattato di veri e propri
“ripristini”: Ranieri, Pagani e Di Domenico
hanno tirato via dai brani tutta la patina neoclassica
e melodica che in questo secolo ha omologato la
canzone napoletana in un unico stereotipo. Ranieri,
Pagani e Di Domenico hanno strappato via dalle canzoni
tutte le incrostazioni, come si toglierebbero strati
e strati di carta da parati dalle mura di una vecchia
casa. |
E
hanno lasciato venir fuori, nobili e superbe, le architetture
fondamentali di queste magnifiche canzoni, sorprendentemente
più ricche dei decori musicali che le ricoprivano.
Ogni
brano ha tirato fuori la sua anima e ogni canzone, beninteso,
è rimasta se stessa: chiunque la riconoscerà,
salvo scoprire che all’interno nascondeva uno spirito
internazional popolare, esattamente com’è
Napoli: da sempre ospite di tutti e aperta al mondo intero.
Come Napoli è e prevedibilmente sarà : "Oggi
o dimane".
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