Per i suoi 50 anni il Teatro Stabile di Catania rimette
in scena il suo fiore all'occhiello:
"Pipino il Breve"
Cast
Tuccio Musumeci: Pipino il
Breve, Re di Francia
Anna Malvica: Belisenda,
Regina d'Ungheria
Pippo Pattavina: Filippo,
Re d'Ungheria
Laura Geraci:
Falista di Magonza
Enza Lauricella: Lamentatrice
Franco Mirabella:
Bernardo di Chiaramonte
Giampaolo Romania:
Morando di Ribera
Cosimo Coltraro:
Aquilone
Sergio Seminara:
Belisario, Cacciatore, Tunisino
Leonardo Marino: Cantastorie
CORO:
Ester Anzalone, Chiara Cimmino, Cosimo Coltraro,Salvo
Puglisi
Iridiana Petrone, Emilio Torrisi, Francesco Venezia
Pippo Russo e I Dioscuri: I
Musici
due new entry:
Regia di Giuseppe Di Martino
ripresa da Giuseppe Dipasquale
Testo e Musiche di Tony Cucchiara
Scene e costumi: Francesco Geracà
Coreografie: Guido Guidi
Il 3 dicembre 2008, data in cui ricorre il cinquantenario
della propria fondazione, il Teatro Stabile di Catania
riallestisce una delle produzioni di maggiore successo
e prestigio realizzate in mezzo secolo di attività,
puntando ancora una volta sulle forti radici identitarie
della cultura e della tradizione isolane.
Risiede in ciò la forza di un allestimento
ancora vivo nella memoria, nonostante siano trascorsi
trent’anni dal suo debutto. Pipino il Breve
nasce infatti nel 1978. Fu l’autore Tony Cucchiara
a portare a Mario Giusti, storico direttore dello
Stabile etneo, il canovaccio di un racconto, ricavato
dai volumi di Giusto Lo Dico, che trattava in maniera
esauriente della siciliana “Opra dei pupi”,
caratteristiche marionette chiamate, attraverso
la tradizione orale del racconto, a rievocare la
“chanson de geste”. Ossia l’epopea
dei Paladini di Francia, di Orlando e Rinaldo, i
valorosi, e della bella Angelica.
Il racconto di “Pipino il Breve e Berta la
Piedona” fa un passo indietro e narra delle
contrastate nozze dei sovrani da cui sarebbe nato
Carlo Magno: una meravigliosa avventura che Cucchiara
declina a sua volta sotto forma di commedia musicale,
affidata alla regia dell’indimenticato Giuseppe
Di Martino. Nei ruoli ritornano a distanza di decenni
tre autentici beniamini del pubblico, Tuccio Musumeci
e Pippo Pattavina, la coppia di comici che il panorama
teatrale ci invidia, insieme ad Anna Malvica. Di
spicco le presenze di Ilaria Spada e Mirko Petrini.
Musiche e parole, in siciliano, sono dell’artista
agrigentino (con la collaborazione, per il testo,
di Renzo Barbera). Le canzoni sono di una bellezza
unica, sia per il ritmo poetico che per la ricerca
sofisticata del linguaggio, al punto che alcuni
critici hanno ritenuto Tony Cucchiara uno dei risuscitatori
della poesia siciliana.
La prima rappresentazione avviene al teatro "Verga",
riscuotendo subito accoglienze trionfali che si
ripeteranno per tutti gli anni Ottanta. Lo spettacolo
farà infatti il giro del mondo, con sette
anni consecutivi di tournée in Italia, approdando
quindi a Broadway, in Sudamerica e in Australia,
segnando anche l’apice dell’affermazione
di Cucchiara per un lavoro che ancora oggi si rappresenta.
A coronare un successo senza precedenti; la rappresentazione
di Pipino il Breve è stata inserita nella
rassegna "Italy on stage", dedicata alla
cultura ed allo spettacolo italiano.
La vicenda raccontata è quella dell'avventuroso
matrimonio fra Pipino, detto "il Breve",
re dei Francesi, e Berta d'Ungheria, detta "dal
Grande Piede". La Sicilia visse, subito dopo
la conquista della Grecia da parte di Roma, il sonno
del Mito. Cioè si interruppe l'invenzione,
la narrazione, la vita stessa del Mito che muore.
Perché il Mito per vivere ha bisogno della
parola che lo narra. Il miracolo della "Rinascita"
del Mito avviene intorno all'anno Mille. È
l'epoca dei Paladini di Francia, di Orlando e Rinaldo,
di Angelica, di Carlo Magno. Il Mito dei Paladini
di Francia nasce nel racconto della vittoria del
Bene (i Paladini) che resiste al Male, all'invasione
degli Arabi, chiamati Saraceni, che risalivano dalla
Spagna verso la Francia.
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La
storia
PRIMO
TEMPO
Prologo
La compagnia di attori-pupi si prepara per
lo spettacolo.Il cantastorie annuncia che sarà
rappresentata la vicenda dell'avventuroso
matrimonio fra Pipino, detto "il Breve",
re dei Francesi, e Berta d'Ungheria,
detta "dal Grande Piede".
Quadro
1°
Alla corte di Pipino, il Re, ormai vecchio e
ancora senza eredi, viene convinto a
prendere moglie. Viene scelta Berta d'Ungheria.
Una ambasceria parte per l'Ungheria.
Quadro
2°
Alla Corte d'Ungheria. Arrivano gli ambasciatori
che chiedono a Re Filippo e a sua moglie
la mano della figlia Berta per Re Pipino.
I reali acconsentono e, dopo avere descritto
la cospicua dote assegnata per il matrimonio
alla figlia, si congedano da
"Berta dal grande piede" che segue
gli ambasciatori.
Quadro
3°
Al castello di Magonza, sulla via del ritorno,
il corteo è ospite di Belisario di Magonza che dopo
i festeggiamenti di rito, offre perfidamente
a Berta, come dama di compagnia, sua figlia
Falista, la quale sarà accompagnata dallo
scudiero Marante che ella ama di nascosto.
Quadro
4°
Un albergo alle porte di Parigi. Mentre il corteo
riposa, il cattivo "genio" dei Maganzesi
persuade l'ambiziosa Falista, che somiglia
a Berta in maniera straordinaria, a sostituirsi
alla promessa sposa e diventare così regina.
Marante è incaricato da Falista
di uccidere Berta. Sollecitata dall'impaziente
Pipino che invia un suo messo,l'Ambasceria
decide di raggiungere subito Parigi.
Quadro
5°
Nella foresta Magna, Marante, impietosito
dalla sorte della giovane Berta, anzicchè
ucciderla, la lega ad una quercia: penseranno
le belve a darle la morte. Ma, dopo una
notte di terrore, Berta, che ha rivissuto
i momenti della sua giovinezza, rivedendo
i volti dei suoi genitori curvi sulla culla
ad amarla, viene liberata da un cacciatore
che la ospiterà in segreto.
Quadro
6°
Corte di Pipino. L'impaziente Re all'annuncio
dell'arrivo della promessa sposa, riveste
i suoi abiti migliori e accoglie Falista, che
per meglio accrescere
la somiglianza ha rivestito i panni di Berta,
e gli viene presentata come Berta dal Gran Piede.
Data la somiglianza delle due ragazze,
gli ambasciatori, infatti, non si sono
accorti dello scambio. Festa generale.
SECONDO
TEMPO
Quadro
7°
La compagnia di attori-pupi racconta le guerre,
le conquiste di Pipino, che, intanto, ha avuto
due figli da Falista, sempre creduta Berta,
nei successivi sette anni.
Quadro
8°
Una campagna di Francia. Il Re e la Regina
d'Ungheria, che stanno andando a trovare
Berta che essi credono alla Corte di Pipino ,
apprendono dai contadini al lavoro che la loro
figlia sarebbe indegna della corona che porta.
Ella sarebbe infatti l'amante dello scudiero Marante.
Quadro
9°
Alla corte di Pipinp, gli increduli reali d'Ungheria,
smascherano la traditrice Falista.
Pipino ordina che la bella infedele sia
uccisa insieme allo scudiero Marante.
Il nobile Aquilone propone allora
un "giudizio di Dio": un campione del Re
affronterà in duello mortale Marante,
difensore di Falista.
Quadro
10°
Dopo la vestizione delle armi di combattimento,
il Conte Morando, campione del Re, e Marante
si affrontano in duello. Per salvare Morando,
in pericolo, si intromette fra i duellanti
una donna di corte, sua innamorata,
che Marante involontariamente uccide.
Vinto dal rimorso, Marante si toglie la vita.
Si celebrano i suoi funerali.
Quadro
11°
Tutta la Corte, per giorni e notti, è alla
ricerca di Berta nella Foresta Magna,
senza riuscire a trovarla.
Finchè un venditore ambulante porta
al Re un tappeto. In esso Berta ha ricamato,
per sette anni, tutta la sua storia,
con l'indicazione del luogo in cui vive.
Quadro
12°
Berta è ritrovata nella casa di campagna
del suo salvatore, Lamberto. Senza indugio,
Pipino impalma Berta, che si fa riconoscere
per il grande piede, e consuma le nozze
in casa dello stesso Lamberto,che viene
nominato per il fausto evento,
Conte e Gran Cacciatore del Re.
Quadro
13°
La discendenza legittima è assicurata.
Come in un presepio da favola,
il neonato reale viene presentato a tutti:
è il futuro, glorioso Carlo Magno,
il Re dei Paladini, gli imbattibili e mitici
guerrieri di Francia.
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