Antonio Virgilio
Savona
Pianista, compositore, autore
di testi, arrangiatore, componente del Quartetto Cetra
(Palermo, 1-1-1920)
A sei anni inizia a Roma gli studi musicali con la prof.
Renata Paroni ; a otto canta nel Coro "Adelaide Cairoli"
diretto da N. Pupilli Alemanni; a dieci debutta all’EIAR
improvvisando un brano al pianoforte nel programma radiofonico
"Il Giornalino del Fanciullo". Frequenta il ginnasio
e il liceo prima al "Mamiani", poi al "Tasso"
(dove tiene un concerto nell’Aula Magna) e poi ancora
al "Visconti". Nel 1937 si iscrive al Conservatorio
di Santa Cecilia, dove frequenta la classe di pianoforte
del M° Renzo Silvestri: Si dedica anche alla saggistica
e critica musicale collaborando al Giornale dello Spettacolo,
Fronte unico, L’Eco del Cinema, ecc. All’inizio
degli anni Quaranta scrive le sue prime canzoni per il gruppo
editoriale Diapason-Onda-Radiomelodie. Nel ’41 entra
a far parte del Quartetto Cetra. Nel ’44 sposa la
cantante Lucia Mannucci, che tre anni dopo diventerà
essa stessa componente dei Cetra. Scrive per il gruppo e
per la Mannucci la musica della maggior parte delle canzoni
e ne cura gli arrangiamenti vocali e le strumentazioni.
E’ anche autore delle musiche originali di diversi
programmi radiofonici e televisivi, spettacoli teatrali
e film. Nel 1969 fonda con il M° Armando Sciascia "I
Dischi dello Zodiaco" e ne cura per oltre un decennio
parte della produzione, orientata verso la canzone socio-politica,
la ricerca etnomusicologica e le opere di propedeutica musicale.
Dal ’71 lavora per la TSI (Televisione Svizzera Italiana)
come autore e sceneggiatore di vari programmi musicali di
impegno culturale. Dal 1974 al ’78 collabora con l’etichetta
discografica "Produzioni d’Essai" (Divergo)
come pianista, arrangiatore, direttore d’orchestra
e/o produttore: Nel ’75 dà vita, a Milano,
al "Gruppo Sperimentale di Musica Popolare" ,
col quale realizza varie registrazioni. L’anno seguente
inizia un’intensa collaborazione con Michele L. Straniero
raccogliendo sistematicamente i canti popolari, sociali
e politici del nostro Paese e pubblicandone accurate antologie
per vari editori. Nel 1977/78 cura per i Dischi Cetra alcuni
album per le serie "Regionale" e "Folk".
Dal 1981 firma libri di ricerca scientifica sul canto popolare
infantile, rispondendo alla crescente domanda di idonei
strumenti di lavoro per l’educazione musicale nelle
scuole. Nel 1982 compone , su commissione di Luciano Berio,
l’Opera delle Filastrocche su testi di Gianni Rodari.
La prima esecuzione ha luogo nel 1983 al Teatro della Pergola
nell’ambito del 46° Maggio Musicale Fiorentino,
con D. Lumini, L.Settimelli, C. Lawerence, il Gruppo Madrigale
della Scuola di musica di Fiesole diretto da J. Pierini
e il quartetto rock-jazz "Classic & Present".
L’orchestra sinfonica è diretta dal M°
Dini Ciacci, le scene sono di E. Luzzati, la regia di T.
Conte. L’opera sarà replicata a Lugano, con
varianti nel cast, nel Luglio’85 (per la TSI); e a
Pesaro, nella versione curata dal "Gruppo Musicaparole",
nel Marzo 1990 al Teatro Comunale. Nel 1985 allestisce nel
Palazzo dell’Arengario a Milano, con M.L.Straniero
, "Segno & Canzone " (Ottant’anni di
Grafica, moda e costume nelle copertine degli spartiti di
musica leggera) per l’organizzazione "Milano
Suono". Dal 1988 collabora con il Gruppo Editoriale
EdiCart, firmandone varie opere librarie di carattere divulgativo
o didattico e curandone le colonne sonore delle relative
musicassette. Per lo stesso gruppo, dal 1989 al ’91
elabora, i commenti musicali per una lunga serie di famose
fiabe europee, abbinando a ciascuna di esse temi melodici
popolari tratti dal rispettivo folklore. Nel 1991 scrive
per l’editore Sperling & Kupfer un libro autobiografico
dedicato ai Cetra. Sarà pubblicato nella collana
"Supersound" diretta da M.Luzzato Fegiz. Iscritto
dal 1942 alla SIAE, Sezione Musica, con successive estensioni
alle Sezioni DOR e Lirica, ne viene nominato Socio nel 1956.
E’ membro della Commissione per gli Albi Professionali
dell’UNCLA (Unione Nazionale Compositori Librettisti
Autori).
Lucia
Mannucci
Voce femminile del Quartetto
Cetra, cantante solista, autrice (Bologna, 1920)
Milanese di adozione, frequenta giovanissima la scuola "Arte
del movimento" di Carla Strauss. Nel 1941 viene accolta
nella scuola di canto dell’EIAR, a Roma, dove studia
col maestro Prato. Inizia nello stesso anno una lunga serie
di trasmissioni radiofoniche con le orchestre Manno, Spaggiati
e Zeme (Ho un sassolino nella scarpa, Notte e dì,
Caro papà). Incide il suo primo disco per la Cetra
nel Febbraio 1942 (Sulle onde della radio, Il nanetto del
boschetto). Partecipa, subito dopo agli spettacoli promozionali
organizzati dalla Cetra con l’orchestra Angelini al
teatro Carignano di Torino. Nell’autunno del 1942
il maestro Semprini la scrittura, insieme a Bonino, Vallarino,
la Vallesi e la Vaniglio, per un lungo giro di concerti
con la sua Grande Orchestra Ritmo-Sinfonica. Nell’Agosto
1943 partecipa a vari spettacoli a Roma con Totò,
Elena Giusti, il Quartetto Cetra e altri. Nel novembre dello
stesso anno è scritturata da Remigio Paone a Milano
per la rivista "Una notte al Madera" di Rubens
e Ramo, con Kramer, Natalino Otto, il Quartetto Cetra. In
occasione oltre al suo repertorio, esegue per la prima volta
insieme ai Cetra "Dove siete nata nella notte del 3
Giugno?", un brano scritto per lei da Age-Giacobetti-Savona.
Nel 1944 gli avvenimenti bellici le impediscono il rientro
a Roma e partecipa, quasi sempre al fianco dei Cetra, a
vari spettacoli a Milano e dintorni con Luciano Zuccheri,
i Fratelli De Rege, Cosimo Di Ceglie, Waler Chiari, Luciano
Tajoli e molti altri. In questo periodo incide per la Fonit
diverse canzoni con l’orchestra Kramer (Che pigro!,
Mattino, I vecchi motivi, ecc.)e forma anche, con Savona-Giacobetti-De
Angelis-Chiusano, un quintetto vocale denominato "Five
Shoe Shine". Il 19 Agosto del 1944 sposa Virgilio Savona
e prende parte poi a un breve ciclo di spettacoli con la
compagnia di operette ungheresi di Clara Tabody. Nel 1945,
dopo la Liberazione, torna a Roma con lo spettacolo "Club
03" e viene poi scritturata, insieme a Kramer, Donà
e i Cetra , dai militari americani di stanza a Napoli. Nel
novembre dello stesso anno incide ancora con Kramer a Milano
e , dopo un periodo di interruzione del lavoro per la nascita
del figlio Carlo (1946), partecipa al fianco dei Cetra alle
prime tournèe all’estero e incide per la Decca,
a Zurigo (Tutto ti attende, Ho un orribile difetto). Nell’estate
1947 è la solista del complesso da ballo formato
da Kramer e dai Cetra al Capo di Nord-Est di Santa Margherita
Ligure. Qui arriva a un repertorio di circa 150 canzoni
di successo internazionale, che canta in lingua originale.
Quando un componente dei Cetra (De Angelis) decide di abbandonare
l’attività canora, lo sostituisce nel complesso
e debutta ufficialmente con la nuova formazione nell’Ottobre
del 1947, al teatro delle Arti di Roma. Da questo momento
il suo curriculum artistico si fonde con quello del Quartetto
dove continua tuttavia a sostenere il ruolo di cantante
solista. Fin la dal debutto con i "nuovi" Cetra
al Teatro delle Arti interpreta, con grande successo, Stormy
Weather (di Koehler-Arlen) e continua poi ad essere la solista
"ufficiale" dei numerosi complessi da ballo che
per il Quartetto Cetra forma tra il 1948 e il 1950. Nel
1950-51 incide per la Voce del Padrone, con Franco Cerri,
diverse nuove canzoni tra le quali alcune di cui è
autrice dei versi (La pasticcera, La giraffa Pasqualina).
Nello stesso biennio, quando i Cetra debuttano nella rivista
"Gran Baldoria", gli autori le affidano, oltre
alle canzoni del Quartetto, anche l’ interpretazione
solistica di "Cantando un blues", inserito in
un indimenticabile "quadro" delle Blubells. L’anno
dopo, nella trasmissione radiofonica "Giringiro"
al seguito del 38° giro ciclistico d’Italia è
l’interprete della famosa "Ninna nanna alla maglia
rosa". Scrive intanto altri testi di canzoni e presenta,
con Pino Spotti, una serie di programmi per la Rai dal titolo
"Una voce e un pianoforte". Nel 1955, nella commedia
musicale "Carlo, non farlo!", è la prima
interprete della canzone "C’è un po’
di cielo". In ogni sua esecuzione solistica dimostra
di essere cantante di classe per la versatilità e
duttilità del suo temperamento, per il gusto delle
interpretazioni, per le sue possibilità vocali. Nella
stagione teatrale 1958-59 è ancora una volta la prima
interprete di "Donna" nel Musical "Un trapezio
per Lisistrata", e incide per la Ricordi un Lp dal
titolo "Lucia sola". Nel 1960 trasmette una nuova
serie di canzoni nel programma Rai a puntate "Piccolo
Club" e ne incide buona parte du dischi Cetra. L’anno
dopo, per la Ricordi, incide "Vetrine" di Gaber
e Maria Monti, e la splendida "Prima di andarmene"
di Calabrese e Reverberi. Dal 1970 in poi, pur continuando
a svolgere l’attività artistica insieme ai
Cetra, si dedica anche alla ricerca e all’incisione
di canti popolari, in collaborazione con Savona. Registra,
così, per i Dischi dello Zodiaco, un folto numero
di ninne-nanne tratte dal nostro folklore. Negli anni seguenti
incide, tra l’altro, alcune delle famose 2Filastrocche
in cielo e in terra" di Rodari, messe in musica da
Savona (Zodiaco, 1972); una raccolta di "Canti popolari
vicentini" (Cetra 1975); una selezione di "Canzoni
dal battello del settecento veneziano" (Divergo, 1977);
e l’album "Un asinello di nome Platero",
contenente brani tratti da "Platero y yo" di jmenez
(Zodiaco 1979). Collabora inoltre, tra il 1979 e il 1980,
al coordinamento artistico della registrazione discografica
di alcune "Fiabe italiane" di Italo Calvino. Nel
1984 incide, con Savona, vari brani per il libro-cassetta
della Ricordi di 2Filastrocche da cantare", di Rodari-Savona-Luzzati
e, nel 1988, le ninne nanne di "Terra e luna"
(testi di Diana Lupi, musiche di Savona) pubblicate dalla
Nuova EdiBimbi. Scrive anche, nel frattempo, diversi testi
di canzoni che vanno ad arricchire il repertorio dei Cetra
"Il venditore di fichi d’India, I tigrotti della
giungla, Tutte le notti verso l’una, Il Reame di Rolanti
e , tra i più recenti, I tempi della vecchia radio,
in collaborazione con Giacobetti) e "L’amore
non ha tempo" per il disco autobiografico "Una
lunga tastiera" (Palladium-Panarecord, 1985). Nel 1989-90
incide "Vivi le fiabe" (sigla dell’omonima
serie di fiabe europee edite dal Gruppo EdiCart) e cura
una compilation di 16 brani da lei registrati per La Voce
del Padrone negli anni 1950-51 con Franco Cerri, tra cui
"Le tue mani, E’ l’alba, September Song,
Cheveux dans le vent, Stretti cuor a cuor, La storia di
Mimì, Mani che si cercano, My dreams is yours"
(Emi Collana "Bella Italia"). (M.L.S.)
Felice Chiusano
Cantante (Fondi (Latina),
28-3-1922 - Milano, 3-2-1990)
Dopo aver studiato la chitarra da autodidatta e aver fatto
le prime esperienze al suo paese come "portatore si
serenate", si trasferisce a Roma con un piccolo impiego
all a Lux Perpetua. Nelle ore serali lavora come cantante-chitarrista
in diversi locali della capitale, affinando le sue doti
di stornellatore all’italiana e creandosi un vasto
repertorio. Nel 1941 si iscrive a uno dei tanti concorsi
per nuove voci banditi dall’EIAR, ma alla prima audizione
non viene accettato. Al secondo tentativo, quando tra i
concorrenti c’è anche il nuovissimo Quartetto
Egie (con Tata Giacobetti e Virgilio Savona , nucleo del
futuro Quartetto Cetra), l’Eiar lo ammette alla scuola
di canto diretta dal maestro Carlo Prato, e dopo un breve
tirocinio lo dichiara idoneo per le emissioni radiofoniche.
Felice Chiusano si vede così assegnato al gruppo
di cantanti a disposizione delle orchestre di Radio Roma
(Manno, Spaggiari, Segurini e Zeme), e subito conquista
le simpatie del pubblico con "Juna" ("accanto
a me non devi piangere") e "Bella signoriba dal
giubbetto rosso" ("sei così carina che
scordar non posso..."). I suoi compagni di scuderia
sono, all’inizio del 1942, Tina Allori, Marcella Lumini,
Ivan Giacchetti, Lucia Mannucci, il neonato Quartetto Cetra,
Jone Cacciagli, Norma Bruni e altri esordienti come Lella
Valli, il Trio Capinere e Nuccia Galimberti. Nel giugno
di quello stesso anno viene chiamato a sostituire uno dei
Cetra chiamato sotto le armi, Enrico Gentile. Dopo qualche
esitazione Chiusano accetta e ha così inizio la sua
quasi cinquantennale avventura col più duraturo e
famoso complesso vocale italiano, nel cui ambito egli non
rinuncerà mai totalmente alla sua prerogativa di
cantante solista, trasormandosiin un animatore pieno di
verve con un senso innato della battuta umoristica e della
situazione comica. Intanto ha perso i capelli e diventa
"il pelato" dei Cetra, un personaggio ben riconoscibile
e amato dal pubblico, prodigandosi anche come attore nelle
numerose e fortunate parodie che il Quartetto inscena sui
canovacci di celebri film e romanzi popolari, da "Via
col vento" a "Itre moschettieri". Riprenderà
a cantare come solista tra il 1981 e il 1984, quando i Cetra
presenteranno una sorta di enciclopedia della canzone italiana
di questo secolo dagli studi dell’emittente televisiva
privata Antenna Tre Lombardia. Negli anni Settanta e Ottanta,
trasferita la sua residenza a Teglio (Sondio), si dedica
qui all’organizzazione di spettacoli e manifestazioni
culturali con interventi assai apprezzati in tutto il circondario,
dalla stessa Sondrio a Morbegno a Berbenno, ecc. A Teglio
Chiusano provvede alla costituzione di un nuovo e attivissimo
Gruppo Folkloristico. Lo stesso fa nella nativa Fondi, nonché
a Moneglia (Genova), dove per molti anni soggiorna e si
fa apprezzare come infaticabile organizzatore culturale.
La morte lo coglie in piena attività ("Dizionario
della Canzone Curcio") (M.L.S.).
Tata Giacobetti
Cantante e autore di testi
(Roma, 24-6-1922 - 2-12-1988) Fondatore del Quartetto Cetra.
Musicista autodidatta, comincia presto a cantare in serate
goliardiche, mentre ancora studiava scenografia all’Accademia
di Belle Arti di Roma. La sua passione per il jazz lo induce
nel 1941 a tentare di dar vita a una formazione vocale,
un quartetto maschile ispirato ai Mills Brothers, e che
- formato da Enrico Gentile, dallo stesso Giacobetti, da
Jacopo Jacomelli e da Enrico De Angelis - nascendo si chiamerà
Egie, dalle iniziali dei nomi di battesimo dei suoi quattro
componenti. Come autore di testi Giacobetti costituisce
per molto tempo una coppia formidabile con Gorni Kramer,
e firmerà molti dei maggiori successi del Quartetto
Cetra. La sua firma sarà unita a quella di molti
altri compositori, tra cui Mojoli, D’Anzi, Segurini,
Trovajoli, Rossi. Ma è soprattutto collaborando con
Virgilio Savona che troverà le soluzioni migliori
e la propria vena lirica più autentica, pur nel tono
ilare e scanzonato della produzione, che rimarrà
una delle caratteristiche più argute e originali
del Quartetto Cetra del periodo d’oro. Con i Cetra
i Giacobetti si prodiga come attore e interprete di rara
eleganza nelle numerose parodie e nei famosi centoni che
riproducono (facendone il verso) tutte le forme e i generi
dello spettacolo, non soltanto musicale. Tra i suoi testi
di maggior successo ricordiamo Black And Jonny (1946), Che
mele (1950), Amico Bing, non piangere (dedicata nel 1953
a Bing Crosby in occasione di un suo grave lutto), Risordate
Marcellino (1956), Un disco dei Platters (1958), Il testamento
del Toro (1960), Però mi vuole bene (1962), Sole,
pizza e amore (finalista al Festival di Sanremo nel 1963).
Così lo ha ricordato in un’intervista lo sceneggiatore
e soggettista Agenore Incrocci (Age): "Era un uomo
affabile, estroverso, ma poco propenso a parlare di sé...
Non so se fosse, come spesso si è detto, il "cervello"
del Quartetto Cetra. Certo era un organizzatore nato, e
aveva dentro di sé una strana forma di poesia. Sapeva
inventare le situazioni, le favole gli venivano fuori facili,
il suo sodalizio con Virgilio Savona, il musicista-arrangiatore,
era praticamente perfetto" ("l’Unità",
2.12.1998). (M.L.S.).
www.gol.grosseto.it