Nino Taranto, uno
dei figli più degni di Napoli, nacque a Napoli il
28 agosto del 1907, catapultandosi, già in tenera
età, nel mondo dello spettacolo, dando un segno inequivocabile,
a tutti, che il suo destino di artista era già segnato.
Entra, in questo modo, a far parte di tutti quei grandi
artisti napoletani che hanno imparato prima a recitare e
poi a camminare,
come i De Filippo, i Fumo,
i Maggio, i Di Napoli e
tanti altri ancora .
L'ingegno e l'arguzia del Nostro, lo portarono a darsi quella
connotazione particolare che fa di un artista un genio.
Tra le altre, egli indossò, per molti anni la famosa
paglietta. Al contrario di altri artisti (la paglietta era
molto di moda), egli la tagliuzzò sulla falda frontale
per darsi un identità tutta sua. Quella paglietta
lo ha accompagnato per tutta la sua carriera nel varietà
raccogliendo, in uno con Nino, una gran messe di successi.
Attore, cantante, macchiettista (memorabile la sua Ciccio
Formaggio), non poteva non essere notato
e, quindi, "rapito" dalla compagnia di sceneggiate
Cafiero-Fumo.
Fu proprio attraverso la sceneggiata che Taranto ebbe modo
di forgiare un carattere di recitazione tutto suo, fatto
di mimica, improvvisazione e professionalità ed improntato
alla massima serietà ed abnegazione verso il suo
lavoro. Nino Taranto ebbe modo di dedicarsi alla Rivista,
nella quale impose i suoi caratteri e la sua verve e dalla
quale ricette ampie soddisfazioni.
Dalle tavole del palcoscenico passò ben presto ai
teatri di posa cinematografici dove l'incontro con il Principe
della risata, Antonio De Curtis in arte
Totò, lo consacrò e lo consegnò
ad un pubblico ben più ampio. Con Totò, Taranto
é letteralmente esploso e, seppur sacrificato al
ruolo di spalla, ha sempre saputo ritagliarsi un ruolo tutto
suo, senza farsi travolgere dalla grandezza del Principe.
Tra i films più belli ricordiamo: "I
pompieri di Viggiù", "Il
monaco di Monza",
l'indimenticable "Totò truffa '62"
e "Totò contro Maciste".
Fu proprio Nino Taranto a pronunciare l'orazione funebre
per Totò
nella chiesa del Carmine alle ore 17 del 17 aprile del 1967:
"Amico mio questo non e' un monologo, ma un dialogo
perché sono certo che mi senti e mi rispondi. La
tua voce e' nel mio cuore, nel cuore di questa Napoli che
e' venuta a salutarti, a dirti grazie perché l'hai
onorata. Perché non l'hai dimenticata mai, perché
sei riuscito dal palcoscenico della tua vita a scrollarle
di dosso quella cappa di malinconia che l'avvolge. Tu amico
hai fatto sorridere la tua città, sei stato grande,
le hai dato la gioia, la felicità, l'allegria di
un'ora, di un giorno, tutte cose di cui Napoli ha tanto
bisogno. I tuoi napoletani, il tuo pubblico e' qui. Ha voluto
che il suo Totò facesse a Napoli l'ultimo "esaurito"
della sua carriera e tu, tu maestro del buonumore, questa
volta ci stai facendo piangere tutti. Addio Totò,
addio amico mio. Napoli, questa tua Napoli affranta dal
dolore vuole farti sapere che sei stato uno dei suoi figli
migliori e non ti scorderà mai. Addio amico mio,
addio Totò".
La sua carriera, Nino, l'ha terminata sulle tavole del teatro
Sannazzaro nella compagnia di Luisa Conte, con interpretazioni
che hanno dell'eccezionale.
www.lastoriadinapoli.it
In "
Spusalizio" di Viviani con
Carlo Taranto, Gino Maringola e
Dolores Palumbo
Dove sta Zazà
Fatte fa 'a foto
Ho comprato la caccavella
'A luciana
'O nfinfero
'O pappavallo
'O schiaffo
Serenata smargiassa
Strofette censurate
Agata
Brigida
Canzone 'mbriaca
'E ccummarelle
Ciccio formaggio
Cicerenella
'A dieta