Una scaletta dinamica (nei primi tre concerti Dylan esegue
quasi 50 canzoni diverse), arrangiamenti piu' convincenti
rispetto all'anno precedente. Dylan e' in gran forma, per
risparmiare la voce, riduce la durata degli show a poco
piu' di settanta minuti. Questa, purtroppo, e' l'unica cosa
che noteranno molto critici. Ma sono concerti vivi, originali
e ben eseguiti. I problemi vengono dallo studio di registrazione;
il 1988 ci consegna il disco piu' brutto di Dylan: DOWN
IN THE GROOVE. Un accozzaglia di brani originali, fra cui
solo SILVIO si salva, e di cover insignificanti. RANK STRANGERS
TO ME e decisamente bella, tutto il resto decisamente no.
Incredibilmente poco per Bob Dylan. Stranamente proprio
quell'anno, Dylan ottiene uno dei suoi maggiori successi
commerciali, anche se non da solo; TRAVELING WILBURYS VOL.
1, e' il titolo che viene dato al primo lavoro, di questo,
neanche tanto, fantomatico gruppo. George Harrison, Tom
Petty, Jeff Lynn, Roy Orbison, raggiungono Dylan nella sua
casa di Malibu e registrano un divertissement, ironico e
piacevole, che conquista la vetta delle classifiche. Quando
dopo la scomparsa do Orbison, i quattro superstiti nel 1990,
cercheranno di bissarne il successo con VOLUME 3, le cose
non riusciranno altrettanto bene. Dopo aver registrato il
disco con i vecchi amici, Dylan inizia un tour che a tutt'oggi
lo vede calcare i palcoscenici di tutto il mondo. Con una
band di tre soli elementi, Dylan ripercorre il suo vasto
repertorio, impreziosendolo con cover di brani tradizionali,
con arrangiamenti nervosi e grintosi. I concerti sono un
vero successo, e anche la critica americana ne tesse le
lodi. Il piccolo combo, si dimostra un perfetto strumento
nelle mani di Dylan, che l'anno dopo ne ripropone la formula
anche in Europa.
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Nell'ultimo anno della decade, Dylan mette a segno il
grande colpo: pubblica OH MERCY, il miglior album in
studio dai tempi di BLOOD ON THE TRACKS. Con la produzione
di Daniel Lanois, mette insieme un disco di grandi canzoni,
che sinceramente sembrava troppo sperare. MOST OF THE
TIME, MAN IN THE LONG BLACK COAT, RING THEM BELLS, non
sfigurerebbero in nessun album del periodo d'oro. Il
pubblico purtroppo, non la pensera' cosi', e Oh Mercy
non sara' un successo di vendite. Nonostante cio', o
a maggior ragione, rimane un vero capolavoro "Se verrai
a cercarmi quando avro' 90 anni, probabilmente mi troverai
su di un palco da qualche parte...", cosi' Dylan diceva
ad un giornalista qualche anno fa. Gli anni novanta
hanno significato soprattutto concerti per Bob Dylan.
Il tour che era iniziato nel 1988, continua ancora oggi
(gli ultimi show si sono svolti a meta' novembre negli
USA): il Never Ending Tour, il tour senza fine appunto.
Se cio' in parte ha limitato l'attivita' in studio,
ha dato modo a Dylan di far conoscere la sua musica
alle nuove e nuovissime generazioni. All'inizio del
1990 comunque, Dylan si reca in studio per incidere
quello che sara' UNDER THE RED SKY. Un buon disco, completamente
differente dal precedente OH MERCY, ma non al suo livello.
Ma l'inizio della nuova decade vede Dylan sul palco
di un piccolo locale di New haven, il Toad's Place,
eseguire uno dei concerti che piu' hanno colpito l'immaginario
dei suoi fans: quattro set per un totale di 50! canzoni
e oltre 4 ore di show. E tutto questo a quasi cinquanta
anni. |
Dylan, per la prima e unica volta, esegue brani a richiesta
fra cui Joey (non prima di aver fatto notare che il richiedente
era gia' stato accontentato piu' volte). Poi il tour vero
e proprio ha inizio: Brasile, Europa e ancora America del
Nord. Nell'ultima parte della tournee, G.E.Smith il bravo
chitarrista, che aveva dato un'impronta decisa al sound
del gruppo, abbandona la band. Dylan inizia una insolita
"prova sul campo" di alcuni chitarristi, facendoli letteralmente
debuttare in pubblico, per testarne le capacita'. In realta'
saranno necessari ben 2 chitarristi per rimpiazzare l'eclettico
Smith. All'inizio del 1991 anche il batterista abbandona.
La nuova line up vede ora J.J.Jackson alle chitarre, un
povero rimpiazzo per la verita', e il ritorno dietro alla
batteria di Ian Wallace, che aveva suonato nel tour del
1978. Questa formazione e' certamente la piu' modesta dell'
intero Never Ending Tour IN febbraio, riceve il Grammy alla
carriera, e in piena crisi del Golfo, si presenta davanti
a milioni di americani, cantando "Masters of War". Nel proseguo
del 1991, Dylan accusa un deciso calo di forma, e le sue
performance dopo un discreto inizio a Londra in febbraio,
cominciano a peggiorare, fino a giungere al nadir durante
il tour europeo in luglio. Sia il cantato che la chitarra
di Dylan, sono quasi imbarazzanti in certi momenti di questi
show. Le cose migliorano decisamente in autunno, nella fase
americana del tour. In occasione dei 50 anni di Dylan, la
Sony pubblica un cofanetto di 3 cd, contenente solo brani
inediti: THE BOOTLEG SERIES VOL.1-3. L'anno successivo un
altro membro si aggiunge alla band di Dylan: Bucky Buxter
e' un polistrumentista di ottima caratura. Il suono della
sua pedal-steel guitar arricchira' da ora in poi il sound
del gruppo, mentre il suo mandolino svolgera' un ottimo
contrappunto, nelle versioni acustiche di molti classici.
Il tour fa vela per l'Australia, poi ancora negli USA, e
il livello si alza decisamente rispetto al '91. Un altro
vecchio amico di Bob, Charlie Quintana, si affianca a Wallace
dietro una seconda batteria. Poi l'europa, e Dylan rientra
nel suo "mood" nero. Alterna buone prestazioni, ad altre
decisamente scadenti. Ancora in America: il livello risale.
Il 16 ottobre 1992 il gotha della musica rende omaggio a
Bob. Un concerto in suo omaggio viene organizzato dalla
casa discografica, per il suo trentennale nel mondo della
musica. A parte qualche defezione, tutti gli amici sono
a rendergli omaggio, piu' qualche nuova "stellina" che la
Sony spera di lanciare. Lo stesso Dylan, e' coinvolto nello
spettacolo.
Il primo brano che esegue e' "Song To Woody", ed e'
significativo, che nel giorno del suo tributo, lui
renda omaggio al suo vecchio maestro. Bel gesto a
parte, la sua performance e' abbastanza scadente,
al punto che il cantato di una canzone deve essere
in parte reinciso in studio. Dall'evento la Sony trarra'
mesi dopo un doppio cd dal titolo THE 30TH ANNIVERSARY
CONCERT CELEBRATION. (Pare per motivi tecnici, ma
proprio "Song to Woody" manca l'inserimento nell'album).
Esce GOOD AS I BEEN TO YOU un disco assolutamente
spiazzante. Dylan dopo 28 anni, da solo con la chitarra
acustica. Le canzoni non sono sue, sono tutte dei
tradizionali, che Dylan ha ripescato nel suo immenso
archivio. La critica e' entusiasta. Le vendite ancora
una volta... Dopo il tributo, Dylan continua il suo
tour. Di colpo ricomincia a cantare come Dio comanda,
e la sostituzione dei due batteristi con il giovanissimo
Winston Watson, produce una carica che ancora oggi
non accenna ad esaurirsi. Il 1993 inizia ancora una
volta da Londra.
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Il nuovo batterista e' una vera forza della natura, ha inventiva
e potenza, e le canzoni di Dylan ne escono rivitalizzate.
Gli show americani in primavera, sono ancora migliori, e
cosi anche quelli europei dell'estate.
Dylan inizia a suonare la chitarra solista, un poco impacciato
per dire la verita', e i suoi lunghi fraseggi dilatano le
canzoni a dismisura. Uno show di 14 canzoni si potrae per
oltre due ore e mezza. Esce il secondo capitolo acustico:
WORLD GONE WRONG se e' possibile e' ancora piu' bello del
precedente. (Avrebbe potuto essere registrato con piu' cura,
ma tant'e'...). Ancora tradizionali, ma stavolta l'album
ha un impronta decisamente piu' blues. Il tour continua
in America in autunno e a novembre Dylan decide di registrare,
come altri artisti prima di lui, uno show per Unplugged
di MTV. Tiene una serie di quattro concerti gratuiti, in
due serate al Supper Club di New York, e sono quattro concerti
acustici bellissimi, che pero' non vedranno la luce se non
su bootleg. Dylan non ne e' soddisfatto. Il 1994 si apre
con dei concerti in Giappone, dove pare che Dylan sia realmente
idolatrato. Tornera' piu' tardi quello stesso anno, per
una trionfale partecipazione al GREAT MUSIC EXPERIENCE accompagnato
da un'orchestra sinfonica! Anche il 1994 vede una notevole
attivita' concertistica. USA, poi Europa, ancora America,
dove ad Agosto suona anche al nuovo festival di WOODSTOCK
("solo un altro show, veramente." dira' Dylan). Ancora novembre
e ancora Unplugged. Questa volta in due spettacoli Dylan
riesce a mettere su un cd per MTV. Il risultato, pubblicato
su cd e video VHS, con l'ovvio nome di UNPLUGGED, pur essendo
di ottimo, veramente ottimo, livello non regge il confronto
ne' con i concerti del novembre '93, ne' con le canzoni
che Dylan ha scartato da questi due show del '94.
La Sony fa anche uscire una raccolta, abbastanza inutile
GREATEST HITS VOL.3, che contiene un solo inedito, Dignity,
dalle sessions per "Oh Mercy", rimaneggiato qui e la' da
un nuovo produttore. Lo stesso Brendan O'Brien che suona
l'organo hammond in Unplugged. L'unica novita' di rilievo
nei concerti del 1995, e' che Dylan esegue, prima quasi
l'intero concerto, poi solo alcune canzoni, senza suonare
la chitarra. Con in mano il microfono, e muovendosi con
quel suo modo un poco "legnoso", Dylan accenna anche dei
passi di "danza". Le virgolette sono d'obbligo dato il personaggio.
Per il resto i concerti si mantengono su livelli altissimi.
Esce, ed e' un evento, il CD-ROM multimediale, HIGHWAY 61
INTERACTIVE, che contiene tantissimo materiale, anche inedito,
fra cui alcuni spezzoni di video, e una discografia con
gli album ufficiali e tutti i testi. Muore Jerry Garcia,
il chitarrista-leader dei Grateful Dead, grande amico di
Dylan. "Un fratello maggiore" lo aveva definito. Da questo
momento un riferimento musicale a Garcia non manchera' quasi
mai nei suoi concerti. Nel dicembre Dylan esegue un breve
tour con Patty Smith. Nessuna novita' per i primi mesi del
1996, sia nel livello artistico degli show, che nella formazione
che ormai e' la stessa dalla fine del 1992. E' la band che
ha suonato a tutt'oggi piu' tempo con Dylan. Tony Garnier,
il bassista, ancora oggi nel gruppo, e' con Dylan dal 1989!
Si sente in effetti il bisogno di un cambiamento, prima
che lo spettacolo inizi a ristagnare. Dylan inserisce nuovi
brani in scaletta, ma non risolvono il momento di empasse.
Dopo il tour europeo , il batterista lascia la band. Al
suo posto arriva David Kemper, guarda caso gia' batterista
del gruppo di Garcia. Il suo "drumming", decisamente meno
incisivo di quello di Watson, da alle canzoni un colore
piu' raffinato ma meno moderno.
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Dopo la tournee in Giappone del febbraio 1997, anche
il chitarrista lascia a favore dell'ottimo Larry Campbell,
anche se la sostituzione e' meno significativa, dato
il ruolo sempre piu' secondario del chitarrista, da
quando Dylan stesso esegue la maggior parte delle parti
solistiche. Questa e' la formazione dei nostri giorni.
Da tempo intanto, si parla della prossima uscita del
nuovo disco in studio con brani originali. Dylan pero'
e' ancora in tour: aprile e maggio si segnalano per
alcuni fra i migliori show del never ending tour. Poi
all'improvviso si diffonde la notizia che Dylan e' ricoverato,
gravissimo, in ospedale. Una forma di istoplasmosi ha
colpito il suo cuore. Sono momenti realmente tragici,
inoltre, la proverbiale difesa della privacy di Dylan,
non fa filtrare nessuna notizia. Dylan e' costretto
ad un lungo periodo di convalescenza a letto. |
Pian
piano cominciano a circolare voci sulla sua possibile guarigione.
Incredibilmente, dopo due mesi, Dylan torna a suonare dal
vivo. Ha 56 anni e non intende fermarsi. Fra l'altro gli show
sono bellissimi, con Dylan che a volte sussurra le parole,
dando una connotazione quasi intima alle sue interpretazioni.
A settembre Dylan e' davanti al Papa a Bologna. Poi quattro
show in Inghilterra e soprattutto l'uscita dopo sette anni
di un suo disco di nuove canzoni: TIME OUT OF MIND. Un disco
stupendo. Una volta tanto pubblico e critica si mettono d'accordo:
vince 3 Grammy e diventa disco di platino. Ancora show in
America, fra i migliori di sempre, chiudono quest'anno cosi'
importante per Bob Dylan. Ha rischiato seriamente di morire,
ma e' tornato piu' in forma che mai. Ed eccoci giunti dopo
questa breve, neanche tanto, carrellata sulla vita di Dylan
al 1998. Un altro anno di concerti in tutto il mondo e tutti
di alto livello, del suo tour senza fine. Da poco la Sony
ha fatto uscire il volume 4 della Bootleg Series: il concerto
di Manchester del 17 maggio 1966. Il concerto passato ormai
alla storia, dove qualcuno dal pubblico grido' "Judas", traditore.
Ebbene, Dylan e' stato tante cose, protestatario, campagnolo,
ebreo, cristiano, folk singer, cantante rock, country, blues,
zingaro, predicatore, reazionario e innovatore, drogato e
vegetariano, padre e marito, amante e rivoltoso, acustico
ed elettrico, commerciale ed elitario, ma senz'altro non e'
mai stato un traditore. E quasi quaranta anni di musica a
livelli cosi' elevati, da essere spesso irraggiungibili, stanno
li' con tutta la loro grandezza a dimostrarlo. Come e' stato
detto: "se fra cento anni qualcuno cantera' una canzone di
questo secolo, sara' una canzone di Bob Dylan".
www.angolobiografie.it/d/Dylan_Bob
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